Podman Desktop, diretto concorrente di Docker Desktop, ma con uno sponsor d’eccezione: Red Hat!

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Durante la PyCon del 2013, presentando Docker (che era ed è una tecnologia open-source), Solomon Hykes compì una rivoluzione fornendo un tool ed il suo demone per automatizzare la gestione dei processi isolati all’interno dei namespace del Kernel Linux e controllati dai CGroups.

Esatto, i container.

E per tanto, tantissimo tempo, la gestione di questi fu appannaggio unico di Docker, tanto che scindere le due cose era praticamente impossibile. Se si voleva fare girare dei container su una macchina, allora era l’ecosistema Docker a dover essere installato.

Il problema era (ed in un certo senso è) che Docker non è solo il nome di un progetto open-source. È anche il nome del tool da linea di comando, così come il nome del demone ed anche, uh… Il nome di un’azienda (acquisita nel 2019 da Mirantis).

Anche se apparentemente non correlata con questo lungo preambolo, il senso della notizia che stiamo raccontando, ossia l’annuncio da parte di Red Hat della disponibilità di Podman Desktop, sta tutto in quel nome di cui abbiamo parlato.

La domanda infatti è: al netto di tutti i limiti della tecnologia in sé, vedi la necessità di eseguire i container sempre e comunque con un utente privilegiato (quantomeno non out of the box), poteva Red Hat pensare di continuare ad attrezzare i propri sistemi con demoni e tool che portano il nome di un’azienda concorrente?

E fu sera e fu mattina, ed ecco nel 2018 arrivare Podman, in tutto e per tutto compatibile con Docker in termini di sintassi, ma diversa nell’origine, che è sì community, ma una community per così dire con diversi cappelli rossi.

Tutto sommato però, anche questa non è una novità.

Si diceva di Podman Desktop quindi, la notizia. Un tool che parte da Docker Desktop per estenderne le funzionalità, cercando di migliorarle e fornendo tutto l’ambiente necessario allo sviluppatore che fa dei container il suo credo:

L’interfaccia risulterà familiare ai più, e contiene tanti livelli di integrazione con i tool e gli ambienti Red Hat, vedi ad esempio l’estensione Developer Sandbox for Red Hat OpenShift:

Quale sia l’intento di Red Hat con questo tool è chiarissimo: intercettare tutti gli utenti delusi dal giro di vite effettuato da Mirantis in merito alla distribuzione libera di Docker Desktop per inserire il proprio tool che, ricordiamolo, è open-source e liberamente scaricabile, solo molto rosso come colore.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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