La Linux Foundation risponde al cambio di licenza di Terraform di Hashicorp con OpenTofu, l’ennesimo fork

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Alla fine dell’estate appena trascorsa, quasi in sordina, Haschicorp aveva annunciato il cambiamento della licenza che regolava l’allora suite open-source dei propri programmi: Terraform, Vault, Vagrant e via dicendo erano quindi passati dall’essere distribuiti mediante Mozilla Public License v2.0 (MPL 2.0) a Business Source License (BSL) v1.1 una licenza, nella sostanza, chiusa.

La natura della nuova licenza ha preoccupato da subito tutta la community open-source, e in particolare chi includeva i sorgenti dei tool Hashicorp all’interno dei propri progetti. BSL infatti proibisce l’inclusione all’interno di progetti concorrenti a meno di sottoscriver un accordo commerciale con la stessa Hashicorp.

Quali siano questi progetti concorrenti lo decide Hashicorp e si fa in fretta a capire come potrebbero essere essenzialmente tutti.

Ecco quindi entrare in scena la Linux Foundation che, all’interno dell’ultimo Open Source Summit ha annunciato OpenTofu, l’alternativa open-source a Terraform o, se preferite, il suo fork. Nel lungo manifesto pubblicato vengono estese le ragioni dietro la creazione di OpenTofu, il fatto che questo sia in realtà il nuovo nome di un fork preesistente, OpenTF, e come la Linux Foundation ne sia diventata il suo primo sponsor includendola nei progetti ufficiali.

Forking the legacy MPL-licensed Terraform and maintaining the fork in the Linux Foundation under the name OpenTofu is similar to the way Linux is managed by the Linux Foundation under the stewardship of multiple companies. This ensures the tool stays truly open source and neutral and not at the whim of any one company.

Il fork del codice di Terraform originale licenziato MPL ed il suo mantenimento da parte della Linux Foundation con il nome di OpenTofu è simile a come Linux è gestito dalla Linux Foundation, sotto la guida di più società. Ciò garantisce al tool di rimanere realmente open source e neutrale, al riparo dai capricci di qualche azienda.

Quindi così come la Linux Foundation supporta e promuove lo sviluppo e la crescita di Linux, pur non gestendone direttamente il Kernel Linux o il suo sviluppo quotidiano, lo stesso verrà fatto con OpenTofu.

La Linux Foundation svolgerà quindi un ruolo di supporto, coordinamento e promozione per il progetto in vari modi: finanziamento, sponsorizzazione, formazione risorse, eventi e conferenze.

Rimane da chiedersi quanto questa mossa fosse realmente necessaria e che impatto avrà sullo sviluppo generale delle infrastrutture, perché se è vero che il nuovo corso di Terraform e quello di OpenTofu partono sostanzialmente dallo stesso punto, le evoluzioni porteranno inevitabilmente a variazioni e differenziazioni nel codice, creando quindi frammentazione ed incompatibilità, come del resto è logico.

È chiaro come un fork (sul cui nome evitiamo di pronunciarci perché richiama alla mente solo cose sgradevoli) possa apparire come la soluzione più immediata, ma ci si aspetterebbe dalla Linux Foundation una capacità di mediazione un filo più elevata rispetto a manifesti che includono frasi tipo “abbiamo chiesto ad Hashicorp [che aveva annunciato il 9 agosto il cambio di licenza] di cambiare licenza, ma visto che non ci hanno risposto entro il 25 di agosto allora abbiamo creato il fork“.

Verrebbe come sempre in questi casi da pensare a come quando litigano gli elefanti, a rimanere schiacciata sia sempre l’erba. Dedicarsi all’Infrastructure As Code nel prossimo futuro potrebbe prevedere domande del tipo: il tuo manifest è Terraform o OpenTofu?

E giù le risate.

Isteriche.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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