Tutto l’entusiasmo di openSUSE Tumbleweed nell’utilizzo di systemd-boot al posto di GRUB

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Era il lontano 2018 quando raccontavamo di Pop!_OS, sistema operativo basato su Ubuntu lanciato nell’ottobre del 2017 da System 76, e dell’abilitazione di systemd-boot come rimpiazzo di GRUB, il boot loader che potremmo definire “storico” di Linux (OK, gli utilizzatori di lilo, come il sottoscritto, appartengono ad un’altra era geologica).

Da quell’annuncio Pop!_OS ha mantenuto le promesse tanto che ad oggi il bootloader di default del sistema operativo è proprio systemd-boot. Certo GRUB è ancora presente, ma solo per situazioni di “Legacy BIOS mode”.

Cosa c’entrasse systemd con il bootloader se lo sono chiesto da subito in tanti, ma Lennart Poettering, suo creatore e manutentore (oltre che dipendente Microsoft) lo ha da sempre detto: systemd si interessa di tutto, dalle home directory ad, appunto, il processo di boot.

Tutta questa lunga premessa per dire che, anche se non ce ne si è accorti, l’ascesa di systemd-boot non è mai terminata.

È chiaro come fintanto che la sua implementazione rimane confinata a distribuzioni che potremmo definire di nicchia (se non altro per l’impronunciabile nome) come Pop!_OS allora la “preoccupazione”, se vogliamo chiamarla così, rimane limitata.

Quando però distribuzioni main stream come openSUSE dicono non solo che systemd-boot è disponibile, ma che addirittura i risultati del suo impiego stanno dando diverse soddisfazioni, allora ecco che forse vale la pena leggere con molta attenzione la notizia di Phoronix che ne parla.

Ad onor del vero altre distribuzioni, vedi Debian, Arch o Fedora supportano tutte in qualche modo systemd-boot, ma è sempre considerato “sperimentale”. A cambiare in questo caso è, per così dire, l’entusiasmo dei toni.

Tutto nasce da questo blog post di Douglas DeMaio, nel quale il PM di openSUSE afferma con chiarezza:

A shift from the traditional GRUB boot loader is promising better system boot performance and security.

Il cambiamento dal tradizionale boot loader GRUB si sta dimostrando migliore sotto l’aspetto delle performance e della sicurezza del boot

E via nella descrizione di tutti quelli che sono gli aspetti positivi in termini di semplicità ed efficienza di systemd-boot, soprattutto per quello che riguarda la full-disk encryption.

Viene fatto notare infatti come i boot loader tradizionali come GRUB richiedano l’incorporamento dei codici di decrittazione e delle funzioni di derivazione della chiave che possono complicare il codice del boot loader e il processo di avvio, con i derivanti rallentamenti all’avvio.

Con systemd-boot, queste responsabilità sono delegate al kernel Linux e allo spazio utente, il che aiuta a semplificare il processo di avvio.

Quindi, piaccia o meno, essendo questi temi oggi giorno determinanti, c’è da desumere come prima o dopo, a meno di enormi problematiche di sicurezza che dovessero insorgere, systemd-boot si farà strada ovunque.

Al momento quanto descritto si applica unicamente a openSUSE Tumbleweed (quindi la distribuzione rolling) ed è considerato ancora assolutamente sperimentale.

Ma l’entusiasmo, si sa, fa miracoli.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

16 risposte a “Tutto l’entusiasmo di openSUSE Tumbleweed nell’utilizzo di systemd-boot al posto di GRUB”

  1. Avatar Black_Codec

    Uso systemd-boot penso dalla sua apparizione in arch, quando ancora per usarlo dovevi andare sul git e leggerti readme, issue etc… L’ho sempre trovato molto più intuitivo di grub, al punto tale che dove ho grub difficilmente mi metto a fare prove o chissà cosa mentre qui è veramente banale, 2 file di conf e riavvio e incrociamo le dita… E se ti sbagli? Una live, editi i 2 file o, se sei stato furbo, boot del vecchio file di conf e via.

  2. Avatar Black_Codec

    Uso systemd-boot penso dalla sua apparizione in arch, quando ancora per usarlo dovevi andare sul git e leggerti readme, issue etc… L’ho sempre trovato molto più intuitivo di grub, al punto tale che dove ho grub difficilmente mi metto a fare prove o chissà cosa mentre qui è veramente banale, 2 file di conf e riavvio e incrociamo le dita… E se ti sbagli? Una live, editi i 2 file o, se sei stato furbo, boot del vecchio file di conf e via.

  3. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    un altro pezzo, dato in pasto a SystemD… a sto’ punto tanto vale riscrivere il kernel e fargli fare anche quello… un bel Systemd-Kernel, e via il dolore.
    Poi non e’ chiaro come “Con systemd-boot, queste responsabilità sono delegate al kernel Linux e allo spazio utente..” dato che siamo ancora in fase di boot, e il kernel non e’ ancora stato fatto partire… salvo che comunque non venga caricato in memoria e poi fa il decript del volume.

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    Premetto che non ho mai usato systemd-boot, ma il discorso live + editi due file (anzi uno) è assolutamente identico a GRUB eh…

  5. Avatar Raoul Scarazzini

    tutti dubbi legittimi, quando lo proverò cercherò di capire meglio anche io.

  6. Avatar Simone
    Simone

    Ma il file .conf di systemd-boot è di una semplicità inequiparabile

  7. Avatar lelec
    lelec

    altre distro danno la possibilità di usare systemd-boot, in opensuse a quanto ho capito io non c’era perchè con systemd-boot non era possibile avere gli snapshot come in grub, evidentemente hanno risolto il problema

  8. Avatar Raoul Scarazzini

    Sì beh, davo per scontato il, mount di /dev che mi risulta l’unico essenziale, ma la tua ultima frase (visto che non ho mai usato systemd-boot) dice quindi che cmq tutto il giro va fatto alla stessa maniera di GRUB, corretto?

  9. Avatar Black_Codec

    Sni, nel senso che per riparare grub hai bisogno dell’os montato, per riparare systemd-boot solo dell’accesso alla partizione efi, senza contare che il file di conf sono 4 opzioni in croce mentre il tutto te lo ritrovi specificatamente e chiaramente scritto nel file specifico di boot, se provi a confrontare un file di boot di systemd e uno di grub noterai quanto è più semplice anche da leggere quello di systemd-boot

  10. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    un altro passo verso systemd/linux, daje

  11. Avatar floriano
    floriano

    e anche questo difetto cercherò di evitarlo (come ho già fatto con systemd)

  12. Avatar Capitano Nemo
    Capitano Nemo

    Fantastico! Suse come ottimizzazioni è alla pari di fedora o risulta più “lenta”? Vorrei abbandonare la distro americana (con tutte quelle pippe mentali su codec vaapi ecc) in favore di una europea.

  13. Avatar Raoul Scarazzini

    Beh è Linux, quindi vai sul sicuro 🙂 considera che in questo caso specifico Tumbleweed è molto “spinta”, nel senso che hai davvero le cose appena escono, con pregi e difetti di questo approccio.

  14. Avatar Capitano Nemo
    Capitano Nemo

    Soffre degli stessi problemi di archlinux?

  15. Avatar gerlos

    Scusa se rispondo solo ora. E scusa per il refuso nel precedente commento, l’ho scritto dal cellulare e qualche parola è saltata senza che io me ne accorgessi.

    Volevo dire che con systemd-boot è di nuovo semplice come era grub agli inizi: modifichi il file di configurazione e vai.
    Non c’è bisogno di montare in loopback roba aggiuntiva, non c’è bisogno di usare comandi “esoterici” come update-grub.

    Scusa ancora per l’errore.

  16. Avatar Raoul Scarazzini

    Chiarissimo, grazie per la precisazione!

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