Il mese di aprile per tutta una serie di circostanze temporali ha visto arrivare sugli scaffali virtuali degli utenti Linux non una, ma ben due nuove release per due delle distribuzioni desktop (e non solo) utilizzate: Fedora 40 e Ubuntu 24.04.
Partendo dalla distribuzione che prende il nome da una famosissima tipologia cappello (che normalmente in ambito IT è rosso) ad esser stata varata è la versione 40, di cui in realtà stiamo parlando da qualche tempo ormai. Ricordate ad esempio quando abbiamo parlato della deprecazione di X11 in favore di KDE Plasma (con Wayland) oppure della possibile unificazione delle directory /usr/bin e /usr/sbin?
Bene, all’interno dell’annuncio della release sono state indicate tutte le novità presenti nella nuova distribuzione: si parte da GNOME 46 e da KDE Plasma 6, il Kernel 6.8, poi miglioramenti per tutti gli ambiti operativi, dalla gestione della virtualizzazione a quella dei filesystem (Bcachefs diventa sempre più gestibile), dalla compatibilità hardware alla gestione della memoria (con l’avvio dell’integrazione del supporto Rust), per chiudere con gli immancabili tool per lo sviluppo AI, con la pubblicazione del primo pacchetti PyTorch gestito dal progetto.
Suggerita come sempre la lettura della guida per gli upgrade, nel caso foste nella necessità di aggiornare da Fedora 39 o precedenti.
Passando ad Ubuntu l’uscita di Noble Numbat (il nobile formichiere, da cui il sobrio logo che campeggia qui sopra) rientra nelle classiche tempistiche, in genere infatti le versioni Ubuntu escono ad ottobre e ad aprile, ed in questo caso però siamo di fronte ad una release di tipo Long Term Support, che quindi dalla data della sua uscita (aprile 2024) verrà supportata in forma standard, quindi senza la necessità di sottoscrivere abbonamenti, fino all’aprile del 2029, mentre in modalità Expanded Security Maintenance (ESM) fino all’aprile del 2034, quindi per dieci anni, ma esiste anche la possibilità, sottoscrivendo l’add-on Ubuntu-Pro di arrivare fino a ben dodici anni di supporto.
Per quanto riguarda le feature di questa distribuzione, le novità sono riassunte nel video presentato sul canale YouTube di Canonical:
Se per l’ambito desktop le novità sono molto affini a quelle descritte per Fedora, nel contesto della sicurezza c’è molto materiale degno di nota, come descrive l’articolo What’s new in security for Ubuntu 24.04 LTS? del blog di Ubuntu. Si parte con le Unprivileged user namespace restrictions, una feature del Kernel Linux che consente di ottenere maggiore isolamento per le applicazioni (non necessariamente container), il Binary hardening per garantire il controllo su tutta la catena di produzione del software, AppArmor 4, la controparte di SELinux di casa Canonical, la disabilitazione delle vecchie versioni di TLS di default e l’utilizzo delle feature di sicurezza del Kernel 6.8 relative a processori, virtualizzazione e compilazioni.
E qui si esaurisce questa breve panoramica.
Se sia già tempo di aggiornare saranno gli utenti a stabilirlo, ma Ubuntu e Fedora sono pronte!
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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