Linkedin ha deciso di giocare in casa, rimpiazzando la propria infrastruttura CentOS con Azure Linux e no, non è una cosa banale

Le grandi aziende che operano su internet mediante server Linux basati sull’ormai defunta distribuzione CentOS 7 hanno da tempo stabilito una strategia di migrazione. O almeno, avrebbero dovuto, poiché dei rischi nell’utilizzo di distribuzioni non più mantenuti sono consci anche i sassi ormai, e sarebbe davvero letale ignorare la problematica, ricordate quando ne abbiamo parlato nell’articolo “CentOS Linux 7 è ufficialmente al capolinea, ma il mondo è davvero pronto? Spoiler: no.“?

Tra quanti hanno scelto di ignorare il problema, orientandosi ad esempio verso il supporto di SUSE, non vi è certamente Linkedin. L’azienda che governa il social dedicato all’ambito lavorativo che, per quanti non lo sapessero, è proprietà di Microsoft, ha deciso di migrare i propri sistemi, e la distribuzione scelta è per quanto logica, sicuramente particolare, poiché si tratta di Azure Linux.

A raccontarlo è il sempre solerte Michael Larabel di Phoronix, il quale cerca di analizzare la scelta alla luce delle esigenze odierne e di come una distribuzione come Azure Linux possa, o meno, soddisfarle.

La strategia e le motivazioni della scelta sono raccontate da Ievgen Priadka, ingegnere Linkedin, in questo lungo blog post, nel quale con l’aiuto di questa immagine sono rappresentate le fasi seguite dal processo di migrazione:

High level Azure Linux migration phases

Segue la specifica delle fasi cruciali, che chiariscono ancora meglio tutti gli elementi che vanno considerati in un’operazione così critica:

Teams engaged in early migration phases

Interessante notare come Azure Linux, essendo basata su CBL Mariner, per quanto utilizzi il sistema di pacchettizzazione RPM, non è una derivata di Red Hat, CentOS o Fedora. Questo indubbiamente rende il processo di migrazione sicuramente più complicato di quanto lo sarebbe stato usando un clone RHEL tipo AlmaLinux o Rocky Linux, piuttosto che la stessa CentOS Stream.

La scelta della distribuzione di destinazione quindi, che potremmo definire coraggiosa ed anche referenziante per Azure Linux, potrebbe sembrare il fulcro di questo articolo, ma ciò che coglie ancor più l’attenzione è la meticolosità con cui il processo viene descritto che fa emergere un aspetto su tutti: la sua non banalità.

Questo genere di operazioni vanno studiate, pianificate, testate e quindi applicate. Insomma, bisogna essere dei professionisti e comportarsi da tali.

Sembrano concetti banali, ma tornando all’articolo di apertura, sono veramente molte le aziende, anche di una certa caratura, che stanno ignorando questo aspetto ed a pagarne il prezzo, purtroppo, sarà in generale il mercato. Un ambiente insicuro infatti, per quanto possa sembrare strano, è responsabilità di tutti e la propria negligenza, anche se non sembra, crea problemi anche a chi non c’entra nulla.

Speriamo che report ed articoli come quello pubblicato da Linkedin servano a convincere anche i più reticenti al fatto che certi aspetti non possono essere ignorati, soprattutto se riguardano la sicurezza.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

8 risposte a “Linkedin ha deciso di giocare in casa, rimpiazzando la propria infrastruttura CentOS con Azure Linux e no, non è una cosa banale”

  1. Avatar Mauro Miatello
    Mauro Miatello

    Molto interessante. Mi sfugge però la parte del "firmware updates", se è Azure a loro del firmware non dovrebbe interessare nulla, oppure lo usano anche on-premises (quindi hanno un loro datacenter o cmq delle server room non in cloud)? Se così fosse, come questo sistema operativo è più adatto a questo aspetto? Di solito sui portali di assistenza HP o Dell è già tanto trovare gli RPM per Red Hat.

  2. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Non ci trovo nulla di strano… Linkedin è roba Microsoft, e quindi non potevo che aspettarmi la migrazione in uno dei loro "prodotti". Al di la di questo, mi stupisco di più che continuino a usare linux (seppur customizzato da loro) invece di andare interamente su windows server.

  3. Avatar Guglielmo Cancelli
    Guglielmo Cancelli

    Dall'alto della mia ignoranza, mi è sempre parso di "percepire" che lato server i sistemi Unix siano spanne sopra quelli Windows. Poi probabilmente avrò preso un granchio

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    Come sempre dipende dagli ambiti. Su tecnologie server native, vedi Active Directory, sebbene esistano alternative open-source, Microsoft Windows Server sa distinguersi.
    Io sono stupito del coraggio della scelta. Per quanto Azure Linux sia RPM based, non è un equivalente di CentOS. Scegliere uno dei cloni sarebbe stato molto più semplice, mentre invece qui si è scelta una strada coerente, ma più complicata.
    Magari è stata un'imposizione del proprietario…

  5. Avatar Raoul Scarazzini

    Considerazione interessante, che aumenta ancora di più i miei sospetti che questa scelta del cammino "tortuoso" forse sia stata un'imposizione…
    Cmq sì, immagino che qui si parli tanto di cloud quanto di on-premise.

  6. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    "Magari è stata un'imposizione del proprietario…"
    Senza quasi, anche per una questione di immagine.
    Microsoft "vende" ancora sistemi operativi, e relativo supporto. Fornire un qualcosa così importante, che poggia su basi non microsoft, è sempre una macchia su quel fronte.
    Già credo, che non gli piaccia molto usare linux o *bsd, e se avessero potuto, secondo me avrebbero migrato tutto si Windows… ma evidentemente ci sono ragioni tecniche così profonde che rende impossibile la cosa, per cui almeno usano un "loro" linux.

  7. Avatar BlaBla
    BlaBla

    Forse perché Windows non è semplicemente in grado di gestire una cosa del genere! Windows è un giocattolo e non può funzionare in questi ambiti. Insegna le vecchissima storia di hotmail quando fu acquisita da Microsoft all' epoca di "Linux cancro" provarono a migrare da Linux a Windows e fu un tripudio di disservizi e server sempre piantati al punto che furono costretti a tornare a Linux.

  8. Avatar BlaBla
    BlaBla

    Microsoft oggi di Linux ci campa, Windows per loro è un retaggio del passato, non gliene frega niente di usare Windows sui server, sanno benissimo che Windows non può essere usato perché non funzionerebbe niente

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