Tumbleweed (OpenSUSE) passa da AppArmor a SELinux e sì, è una notizia importante

In un annuncio pubblicato qualche giorno fa sulla lista degli sviluppatori del progetto OpenSUSE è stato indicato il nuovo Mandatory Access Control (MAC) che verrà usato di default da Tumbleweed: SELinux, che soppianterà AppArmor.

Ora, rileggendo l’apertura di questo articolo appare chiaro come siano stati fatti degli assunti, che è bene spiegare. Partiamo dal concetto di Mandatory Access Control (MAC): si tratta di sistemi di sicurezza che impongono regole di accesso rigide basate su policy predefinite dalla distribuzione Linux e definite o modificate dall’amministratore.

Esempi di MAC sono SELinux, fino ad oggi appannaggio delle distribuzioni del mondo Red Hat Enterprise Linux – CentOS Stream, Fedora, AlmaLinux, Rocky, etc. – e AppArmor, usato generalmente dalle Debian-based, quindi Debian in primis e quindi Ubuntu e affini.

A mancare da questi elenchi, poiché di fatto distante da entrambi gli ecosistemi, è SUSE – con le varie derivate Leap, Tumbleweed e compagnia bella – che, pur essendo basata sul sistema di pacchetti RPM, e quindi in un certo senso affine al contesto Red Hat, ha da sempre invece utilizzato AppArmor, almeno fino ad oggi.

E qui arriviamo al secondo assunto fatto in apertura: Tumbleweed. Questa distribuzione pur non essendo una derivata di SUSE Linux Enterprise (non è il suo upstream, come invece ad esempio CentOS Stream è per Red Hat Enterprise Linux) è comunque utilizzata proprio come ambiente ideale per le nuove tecnologie.

Pertanto non c’è garanzia che la scelta a proposito del MAC verrà applicata anche in SUSE Linux Enterprise, ma è più che verosimile pensarlo, e la notizia a questo punto diventa particolarmente importante, perché la si può incrociare con le notizie degli ultimi mesi.

Da un lato è emersa con chiarezza la volontà di SUSE di consolidare il proprio marchio SUSE Linux Enterprise, arrivando a chiedere a OpenSUSE di non usare più questo nome, e di delimitare con chiarezza gli ambiti operativi, andando ad inserire il nome SUSE in tutti i propri prodotti. Dall’altro con la partecipazione attiva al progetto OpenELA è altrettanto chiaro come SUSE voglia avvicinarsi sempre più al contesto RHEL, tanto da proporsi come alternativa agli utenti orfani di CentOS con SUSE Liberty.

Per quanto piccolo possa quindi sembrare il passaggio da AppArmor a SELinux, in realtà questo contiene una grande indicazione a proposito di un ulteriore passo nell’uniformarsi alla principale concorrente.

Sia chiaro, si tratta di pura speculazione, ma l’impressione chiara è quella di una serie di scelte assolutamente non casuali per uniformarsi ad un modello di business che domina il mercato da diversi anni.

Tutto questo discorso tralascia l’aspetto puramente tecnico della scelta. SELinux infatti offre un controllo più granulare sugli accessi rispetto ad AppArmor, con l’uso di etichette e contesti anziché basarsi solo sui percorsi dei file. Questo comporta una maggiore sicurezza, limitando anche l’accesso da parte dell’utente root, riducendo il rischio di privilege escalation.

D’altro canto SELinux è certamente più complesso rispetto ad AppArmor, tanto che se il secondo funziona per tutti i sistemi Debian based anche quando gli utenti non se ne accorgono, per SELinux si racconta di leggende su procedure di provisioning di macchine che prevedono come step successivo all’installazione la sua disabilitazione.

Il che per qualche manager d’area potrebbe costituire un motivo a favore o, verosimilmente, contro la scelta di SUSE 🙂

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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11 risposte a “Tumbleweed (OpenSUSE) passa da AppArmor a SELinux e sì, è una notizia importante”

  1. Avatar (YouTube) All'occhio del Frank

    Comprensibile la scelta di Suse e se l'obiettivo è traghettare i vecchi utenti CentOS fa benissimo. Tuttavia ci si sta sempre di più accostando a Redhat per qualunque componente centrale o secondario del sistema, anche Debian stessa ormai ha componenti creati da e per Redhat o dove Redhat è lo sviluppare principale. Se si volessero distro alternative senza componenti Red hat come system D, Wayland, PipeWire ecc rimane ben poco. Slackware? Ormai sui server non se ne sente più parlare, gentoo? Mai stata indirizzata troppo ai server sebbene si possa usare. Per uso desktop discorso simile con qualche alternativa in più ma non troppo. Una volta si diceva impara Slackware o Debian e impari a usare Linux, impara Redhat e conosci solo Redhat. Oggi è praticamente il contrario…

  2. Avatar Raoul Scarazzini

    Riflessione interessante, ma che condivido solo in parte. È vero che Red Hat ha sviluppatori dentro ai principali progetti open-source che normalmente si trovano nelle distribuzioni, e questa cosa che formalmente è spiegata con "upstream first" nella pratica si trasforma in un monopolio decisionale.
    È però altrettanto vero che nel contesto Debian le cose sono e rimangono ben distinte, ed il progetto rimane un esempio virtuoso e unico nel suo genere.
    Siamo però sinceri: è da sempre che se vuoi saper usare Linux nell'enterprise devi saper usare Red Hat, semmai il problema è che se fino ad oggi la scelta prevedeva:

    – RHEL (e affini quindi CentOS Stream/AlmaLinux/Rocky Linux/Oracle Linux)
    – SLE
    – Debian (quindi principalmente Ubuntu Server)

    Notizie come questa riducono la lista a due, andando ad inserire SUSE Enterprise Linux nella schiera delle RHEL based, perché considerato che è un sistema RPM based, ora con anche SELinux (sempre la scelta di Tumbleweed verrà poi riportata in SLE), tolto YAST che differenza ci sarà?
    Poca, anche in termini di effort richiesto per lo sviluppo. La battaglia sarà sull'accaparrarsi più clienti di subscription possibili, il sistema sotto rimarrà sostanzialmente uguale.

    (scusa lo sproloquio :D)

  3. Avatar (YouTube) All'occhio del Frank

    No figurati, anzi hai espanso bene ciò che intendevo. Redhat è ormai un paio di decenni che è sinonimo di Enterprise ma non è sempre stato così. Chi viene dalla vecchia era Linux, dei kernel 2.x, di bootloader lilo da poter scegliere a grub, di Redhat stessa quando era ancora tale e non RHEL tra l'altro gratuita e davvero libera ancora. Più un modello simile all'odierno Ubuntu Server con solo il supporto a pagamento. Ricorderà che sinonimo di Server erano come detto Slackware e Debian, a limite Suse, non ancora SLES, da sempre ben integrabile nelle reti miste. Dove Redhat c'era chiaramente ma era la parte minoritaria sui server e quasi bistrattata perché "diversa" e non sempre compatibile col resto della rete. Tempi in cui Linux stesso era ancora in maturazione ci mancherebbe, ed erano più diffusi i server solaris, hp ux e compagnia su base Unix rispetto a Linux. Da sempre quindi Redhat non proprio. È diventato così, per varie ragioni. Il "problema" è che ora Redhat è talmente onnipresente che non è più fattibile trovare alternative e avere un monopolio così forte, anche se il software è FLOS non è positivo. Dove Redhat decide quasi bello e cattivo tempo nella direzione in cui vada lo sviluppo del software odierno. GNU/Linux non avrebbe la rilevanza che ha oggi senza Redhat, intendiamoci, con grandi investimenti fatti da RedHat stessa ma ne ha un controllo ad oggi che fa pensare.

  4. Avatar michele
    michele

    ricordo i tempi dei kernel con numeri pari erano stabili, con numero dispari erano di test!
    Ad ora abbiamo imho, come alternative: Slackware e MXLinux.
    Ma a breve (non per Slackware visto la latenza) si dovranno piegare.
    Resta l'alternativa, per chi ha voglia tempo ed energia di fare il salto a sistemi BSD.

  5. Avatar (YouTube) All'occhio del Frank

    Si è vero e lo penso anch'io. MX ottima ma appunto non è solo system D il "problema" e presto o tardi si sarà tecnicamente abbastanza obbligati ad uniformarsi. Anche perché non farlo ha un costo di sviluppo non indifferente che non è detto resti sostenibile. Tra le alternative la più solida per ora sembra Gentoo. Questo perché ha il suo approccio, col suo init e server grafico e audio a scelta, non imposti in modo fisso, come tutto il resto del sistema, totalmente componibile. BSD invece personalmente lo sto sempre di più valutando ed approfondendo visto l'andazzo di Linux di questi anni. Lo trovo un sistema più affascinante di Linux, più tradizionale che non cambia le cose così spesso, più consolidato insomma. Un po' come tornare a casa avendo conosciuto il vecchio mondo Linux

  6. Avatar gerlos

    Capisco l'ansia da "dipendiamo da Red Hat!" ma systemd, Wayland, pipewire, etc sono componenti eccellenti e sono tutti open source (sotto licenze MIT, LGPL o simili), quindi si può sempre fare un fork se dovesse essere necessario.

    È chiaro che le grandi risorse di RH gli danno più libertà di scelta su quali parti del sistema sviluppare, quando e in che direzione, ma non è che queste direzioni siano state "cattive", anzi.
    Pensa all'esempio di Docker Vs Podman: con Docker ci stavamo avvitando nella dipendenza da una singola soluzione, che un'azienda stava per chiudere sempre di più per ragioni di sopravvivenza finanziaria. Il contributo di RH ci ha dato un'alternativa valida per non dipendere dai problemi economici di Docker Inc.

    È chiaro che bisogna comunque vigilare, eh!

  7. Avatar Raoul Scarazzini

    Aspetta @gerlos:disqus qui va fatta un'enorme precisazione.

    Sebbene gli intenti ufficiali dietro a Podman fossero "tecnici" (migliorare la tecnologia, in primis creando un ambiente rootless), la realtà dei fatti è che Red Hat ha creato Podman per evitare di lasciare in mano ad un'azienda concorrente una tecnologia cruciale per il futuro, dimostrando una lungimiranza che è invidiabile.

    Docker è sempre stato una tecnologia open-source, a Red Hat sarebbe bastato iniziare a contribuire in maniera sensibile a quel prodotto, ma sarebbe rimasto "Docker", mentre creando Podman hanno risolto i problemi tecnici, eliminato (o tentato di eliminare) un concorrente ed acquisito la leadership di quel ramo tecnologico.

    Perché ci sono riusciti? Perché se promuovi qualcosa in RHEL tutti si adeguano per forza di cose, poiché è brutto dirlo, ma in quel senso viviamo un monopolio, e la scelta di SUSE raccontata qui sopra non fa che certificare questa realtà.

  8. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    Personalmente sono un grande fan per l'unificazione, sopratutto per i componenti core. Tanto quanto esiste un solo kernel, trovo buona la cosa in cui esiste un solo init system o un solo Mandatory Access Control, un solo server audio, un solo gestore grafico etc etc

    non penso che nessuno sano di mente è stato felice quando canonical ha presentato mir/unity.

    personalmente sono proprio favorevole alla creazione di una "Linux standard base", una specie di specifica in cui sono definiti tutti i vari componenti core, ovviamente gestita da un organismo necessariamente comunitario.

    inoltre poi sono un grande fan di RH, apprezzo molto la sua filosofia aziendale, anche solo per il fatto che utilizzo debian e non una distro dell'ecosistema RH ma uso tantissimi software by RH senza nessun tipo di limitazione. per me RH rappresenta il modo migliore per un azienda di interfacciarsi con l'open source.

    un esempio totalmente negativo per me invece è canonical, che ha più volte dimostrato di non aver ancora capito come funziona questo mondo, sperando di imporre i suoi prodotti senza nessun tipo di rapporto con il resto della comunity. (vedi mir/unity/snap etc etc)

  9. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    Tumbleweed non è basata su SUSE, al limite è il contrario, ma anche qui…fino ad un certo punto. Diciamo pure che le due distro non condividono poi molto…da quel che so io Leap e credo anche SUSE è costruita su un' istantanea di Tumbleweed, ma poi soprattutto SUSE profondamente modificata.
    Detto questo, al momento sono supportati sia SELinux che ora è il default, che AppArmor. I mal di testa di SELinux dipendono molto dalla polity adottata, ci sono test appositi in openQA per prevenire problemi e gli utenti sono incoraggiati a segnalare problemi.
    Personalmente sto usando Tumbleweed con SELinux e finora non ho riscontrato problemi. Vedremo…

  10. Avatar gerlos

    In effetti sì, RH è un monopolio, ma fortunatamente lo è perché “fa” le cose, perché spende risorse per scrivere codice, e non usa pratiche anti concorrenziali come fare cause a destra e a manca, usare formati proprietari o applicare licenze restrittive. Almeno, non lo ha fatto finora.

  11. Avatar Raoul Scarazzini

    Sì, ho dovuto correggere l'articolo perché come SLE viene creata rimane oscuro, non ho parlato di Factory, perché già è difficile così. Comunque è presumibile come ciò che passa da Tumbleweed prima o poi arrivi in SLE, pertanto vedremo.

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