
Nonostante non ci siano stati clamorosi annunci all’interno del Red Hat Summit 2025 svoltosi a Boston alla fine dello scorso maggio, l’ingresso di HashiCorp all’interno della famiglia IBM (ufficialmente da marzo), sta comunque già fornendo alcune indicazioni di quello che riserverà il futuro.
A parlarne nel dettaglio è questo articolo di The New Stack, dove vengono analizzate le possibili future sinergie tra i prodotti HashiCorp, in primis Terraform e Vault, e quelli di Red Hat, principalmente Ansible e OpenShift.
Le tecnologie citate, come si dice in italiano, “fanno scopa” per competenze e potenziali integrazioni, e le affermazioni delle varie parti in causa riportate dall’articolo lo confermano.
Ad esempio, a proposito di Ansible, ecco come si esprime James Kavanaugh, il CFO di IBM:
The powerful combination of Red Hat’s Ansible Automation Platform’s (AAP) configuration management and Terraform’s automation will simplify provisioning and configuration of applications across hybrid cloud environments.
La potente combinazione della gestione della configurazione offerta da Red Hat Ansible Automation Platform (AAP) e dell’automazione di Terraform semplificherà il provisioning e la configurazione delle applicazioni negli ambienti cloud ibridi.
Quindi l’idea è quella di integrare la piattaforma Ansible di Red Hat con Terraform, la prima per configurare gli ambienti creati dalla seconda, in una sinergia sulla carta idilliaca poiché il limite attuale è la confusione che oggi c’è intorno al “chi fa cosa”.
Tanto per citare un esempio, tra i progetti di MMUL su GitHub esiste https://github.com/mmul-it/tfs_generator che si occupa proprio di mettere insieme gli inventari di Ansible, in modo che generino quelli che sono i “manifest” di Terraform. Il fatto che si stia pensando ad una piattaforma totalmente integrata porta a pensare che quel tipo di esigenza sia molto condivisa nel mercato IT odierno.
E non finisce qui.
Qualsiasi utente, al primo utilizzo dei secret di Kubernetes si chiede sempre: ma se io volessi cifrare quei dati come potrei fare? La risposta in genere è sempre quella: bisogna fare affidamento su soluzioni di terze parti, come ad esempio HashiCorp Vault, che si integra con Kubernetes per gestire in maniera autonoma quei dati.
Questo però fino ad oggi.
Fino a che Vault e OpenShift (che, lo ricordiamo, è una distribuzione di Kubernetes) erano due prodotti separati.
Ma oggi?
La prospettiva, non si può negare, è estremamente allettante. OpenShift potrebbe diventare non solo la distribuzione di Kubernetes che “out of the box” offre strumenti come autenticazione, registry e monitoraggio, ma anche la possibilità di gestione in forma cifrata dei secret.
Un connubio difficilmente eguagliabile da altri prodotti attualmente sul mercato.
Insomma, difficile negarlo, se l’acquisizione di Red Hat da parte di IBM si è rivelata una mossa estremamente vincente, quella di HashiCorp si può dire che, per diversi aspetti, chiuda il cerchio, andando a completare un’offerta che poche altre aziende vantano nel panorama attuale.
Solo i numeri potranno confermare il tutto, ma per ora, sulla carta, è stato proprio un gran bel colpo!
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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