
Ogni anno in questo periodo si presenta un appuntamento fisso: la pubblicazione dei dati di fatturato da parte di Canonical, l’azienda di Mark Shuttleworth che produce la distribuzione Ubuntu. Lo abbiamo fatto nel 2024, ed anche allora la domanda intorno all’analisi dei numeri era la stessa di quest’anno: Canonical ha i numeri per rivaleggiare con le altre big dell’open-source di classe enterprise?
I dati, come lo scorso anno, sono sempre cortesia di Linuxiac.
L’azienda sudafricana ha chiuso il 2024 con un fatturato di 292 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 251 milioni del 2023. Un incremento trainato dai servizi enterprise, in particolare da Ubuntu Pro, che ha fruttato 235 milioni, segnando un +19% su base annua.
Il margine lordo ha raggiunto l’83%, con flussi di cassa operativi più che raddoppiati, passando da 46 a 85 milioni. Il grosso delle entrate, circa l’80%, proviene dagli Stati Uniti, mentre l’Europa è cresciuta, ma il resto del mondo ha mostrato una flessione.
Numeri di tutto rispetto, che però lasciano Canonical, almeno a livello “industriale”, ancora indietro rispetto ai due storici protagonisti del panorama Linux enterprise: Red Hat e SUSE. Ecco una fotografia comparativa basata sugli ultimi dati disponibili (numeri, come sempre, da prendere con le pinze e ricavati grazie a ChatGPT):
Azienda | Fatturato 2024 (stima) | Principale prodotto | Subscription principali | Mercato di riferimento |
---|---|---|---|---|
Red Hat | ~6,5 miliardi USD | RHEL, OpenShift | RHEL, OpenShift, Ansible | Enterprise su scala globale |
SUSE | ~674 milioni USD | SLE, Rancher | SLE, SUSE Manager, NeuVector | Europa, Nord America |
Canonical | 292 milioni USD | Ubuntu, Ubuntu Pro | Ubuntu Pro | USA, Europa in crescita |
Il divario è evidente: Red Hat continua a dominare grazie a un ecosistema integrato che va ben oltre il sistema operativo, comprendendo orchestrazione (OpenShift), automazione (Ansible), monitoraggio (Insights) e ora anche intelligenza artificiale. SUSE, pur con un giro d’affari più contenuto, presidia bene il mercato enterprise con soluzioni container-native come Rancher e un focus marcato sulla sicurezza.
Quali sono i punti deboli di Canonical? Un aspetto è quello relativo ai partner, che consentirebbe di strutturare una proposizione commerciale su scala globale. Ubuntu Pro, un prodotto su cui l’azienda ha spinto e sta spingendo moltissimo, non offre oggi un ecosistema ampio e consolidato quanto quello dei concorrenti. Tuttavia, la direzione intrapresa è chiara: conquistare fette di mercato nel settore enterprise con un prodotto semplice, stabile e supportato nel tempo.
È in questo contesto che si inserisce l’annuncio delle “own builds” di OpenJDK da parte di Canonical, raccontato da The Register. Le nuove versioni ottimizzate per Java LTS (8, 17 e 21), disponibili anche in forma di container “chiseled” (immagini container ultraleggere, ottimizzate e sicure), sono pensate per rispondere alla crescente domanda di ambienti Java leggeri, affidabili e supportati a lungo termine. Con il progressivo aumento dei costi di licenza imposti da Oracle, molte aziende stanno cercando alternative. Canonical offre non solo build certificate, ma anche integrazione con strumenti come Maven e Gradle, compatibilità con AQAvit per la validazione di qualità e supporto commerciale (fino a 12 anni!) tramite Ubuntu Pro.
Tutto questo rende evidente la strategia: non solo vendere un sistema operativo, ma offrire una piattaforma completa per lo sviluppo enterprise. Non è un caso che il focus includa anche altri linguaggi come .NET, Rust e Zig, con ambienti preconfigurati e supportati. Il messaggio è chiaro: Ubuntu vuole diventare una prima scelta per gli sviluppatori aziendali.
C’è ancora strada da fare, ma la direzione è chiaramente tracciata, anche se rimane un grosso, grossissimo dubbio per il 2025. Considerato come Canonical sia un’azienda Sudafricana, che effetto avranno su di essa i dazi scellerati imposti da Trump verso tutto il mondo sulle vendite di servizi negli Stati Uniti, primo mercato per l’azienda di Shuttleworth?
Lo scopriremo il prossimo anno, più o meno in questo periodo!
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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