Ubuntu Summit: il futuro di Canonical, con la rinuncia alla IPO (per ora), l’impegno su Ubuntu Core e Snap

Si è da poco concluso l’Ubuntu Summit 25.10, l’evento annuale che si pone di fare il punto sulle strategie aziendali di Canonical, l’azienda che governa il processo di sviluppo di Ubuntu, e sulle direzioni che la tecnologia, principalmente legata ad Ubuntu, prenderà nel prossimo futuro.

Sono davvero molti i temi emersi, a partire da quanto detto da Mark Shuttleworth a proposito della quotazione di Canonical, nelle parole riportate da The Register: a dispetto di quanto lungamente atteso ed anticipato in questi anni (guardando solo gli ultimi due, ne avevamo parlato nel 2023 e nel 2024), ed a dispetto del fatto di avere i conti a posto e pronti, non ci sarà alcuna quotazione.

I am very calmly of the view that we should be a public company, but also very calmly of the view that there’s no need to do it when we’re not mature enough.

Sono tranquillamente del parere che dovremmo essere un’azienda pubblica, ma altrettanto tranquillamente penso che non ci sia la necessità di farlo finché non saremo sufficientemente maturi.

Pertanto no, il 2025 non sarà l’anno della quotazione, e probabilmente nemmeno il 2026, se effettivamente a pesare è la volatilità del mercato, che non dà effettivi segni di variazione.

Sul fronte tecnico, vedi sempre The Register, Canonical prevede che entro 5-10 anni la versione predefinita di Ubuntu Desktop sarà basata su Ubuntu Core (ossia la versione immutabile), con la versione “classica” ancora disponibile come opzione.

In questo senso il componente chiave del Core Desktop sarà snapd, ancora in sviluppo attivo.

Canonical punta sull’utilizzo del permissions prompting (le finestre di consenso stile iOS/macOS per l’uso di fotocamera, microfono, etc.) già sperimentale in 25.10, e che sarà general availability nella 26.04. Il sistema audio sarà affidato a PipeWire (come Snap), per semplificare la gestione audio/video e fare backporting delle nuove funzionalità hardware. Infine i “classic snaps”, che hanno il problema di non essere confinati, verranno eliminati.

Insomma, il futuro è immutabile…

Il mantra di Canonical è quello di professarsi l’unico vendor in grado di offrire un’infrastruttura completa “dal bare metal al cloud”: Ubuntu (per il Desktop), MaaS (Metal as a Service, per la gestione dell’hardware), OpenStack (per il cloud), LXD (per i container), Kubernetes (per l’orchestrazione dei container) e Juju (per un’interfaccia di gestione generale).

Il lavoro, a detta di tutte le persone di Canonical intervenute al Summit, è per garantire valore commerciale nella coerenza e integrazione dell’intero stack.

Per quanti volessero approfondire, un riassunto dell’evento è stato pubblicato su YouTube, presso il canale di Canonical:

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

2 risposte a “Ubuntu Summit: il futuro di Canonical, con la rinuncia alla IPO (per ora), l’impegno su Ubuntu Core e Snap”

  1. Avatar Stormageddon

    La direzione che sta prendendo Canonical da un lato non mi è chiara dall'altro mi spaventa un po':

    1. la riscrittura dei tool fondamentali in rust è da leggere come una rinfrescata (di software che funzionano egregiamente) ma anche come un allontanamento dalle utility GNU e quindi dal lato GNU di GNU/Linux (così dovremmo chiamarlo)
    2. snapd oltre a lasciarmi perplesso ha poco senso. Come Flatpak e Appimage ha lo scopo di superare la frammentazione dovuta ai diversi sistemi di pacchettizzazione (che ormai sono rimasti 3, deb, rpm e arch based) però differentemente dagli altri due funziona solo su Ubuntu quindi crea ulteriore frammentazione
    3. utilità sociale di avere come distro principale la versione immutabile?

    Boooo

  2. Avatar mimmus
    mimmus

    Sono sempre stato un grande fan degli OS immutabili, usavo CoreOS quando non era di Red Hat, su Kubernetes in produzione.
    Ma davvero sul desktop è la strada?

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