ZFS su Ubuntu 19.10: ancora tanto lavoro da fare

2

Sono anni che se ne parla e, con il recente interesse mostrato da Canonical nel portare ZFS su Ubuntu, la sensazione era quella di riuscire a vedere, nel breve tempo, il famoso filesystem nato in casa Sun sul nostro amico pinguino in tutto il suo splendore.

In questi giorni finalmente il team di Ubuntu ha rilasciato pubblicamente la lista di quanto fatto e di quanto c’è da fare. Se vi state già sfregando le mani state tranquilli: i punti aperti sono ancora davvero tanti.

Se alcuni punti fondamentali sono già stati -quasi- chiusi, come l’integrazione con GRUB (il boot loader standard de-facto di Linux), possiamo avere una stima precisa dello stato di avanzamento lavori anche solo contando le varie sezioni: 6 punti chiusi, 3 in lavorazione, 10 in attesa (ma che dovranno essere chiusi per la 19.10) e ben 13 in attesa senza una data di fine lavori precisa.

E, proprio in questa colonna vediamo voci che definire fondamentali è dir poco: se tutta la parte GUI ed integrazione con Nautilus potremmo anche ignorarla – pur tenendo presente il target “casalingo” a cui si rivolge la distribuzione nella versione desktop – discorsi come il supporto agli upgrade, l’integrazione con apt upgrade e dist-upgrade o la capacità di lavorare su dischi criptati sono feature che devono essere considerate. In effetti queste non sono ignorate, di fatto la presenza del todo vuol dire che c’è l’intenzione di lavorarci, ma il non avere una data “di scadenza” per queste attività fa pensare che, forse forse, non vedremo questo filesystem sul sistema di Canonical troppo presto.

E qui sorgono i dubbi: perché se da un lato vien da chiedersi se effettivamente questo filesystem sia quello che manca a Linux, dall’altro l’impegno di un’azienda come Canonical (che non è proprio l’ultima arrivata sul mercato) può far pensare che la richiesta c’è, ed è sensibile.

Sarà un altro progetto che, prima o poi, verrà abbandonato per lanciarsi sul next-big-thing? Chissà, solo Shuttleworth potrà dircelo, voi quale idea avete?

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

2 risposte a “ZFS su Ubuntu 19.10: ancora tanto lavoro da fare”

  1. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    Questa è una di quelle scelte di Canonical che lasciano perplessi ! Sia per quanto riguarda la scelta del file system, non certo per la sua qualità ma per la sua licenza, sia per quanto riguarda la testardaggine di andare avanti da soli senza mai arrivare a niente. Film già visto troppe volte purtroppo, ma la lezione sembra non avere effetti su canonical.
    Canonical ha una grande base di utenti ancora, se solo avessero una visione più “comunitaria” partecipando di più upstream ai progetti open, Gnu/Linux e Canonical ne beneficerebbero, invece sembra che Canonical goda nel prendere strade solitarie che finora non hanno portato da nessuna parte. Peccato.

  2. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Mha, non ho mai capito perchè intestardirsi su ZFS il cui porting è solo per questioni di licenze, quando piuttosto ci sarebbe già BTRFS che mi pareva un buon filesystem di pari prestazioni, la cui licenza è già gpl, a cui però manca un pò del supporto che canonical avrebbe potuto fornire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *