CentOS Stream: la nuova distro pre RHEL

Chi usa abitualmente la distribuzione Linux CentOS sa che si tratta della migliore alternativa disponibile per utilizzare l’intera base software di Red Hat Enterprise Linux senza doverne pagare il supporto sotto forma di subscription.
Cinque anni fa la totalità degli sviluppatori CentOS è stata assunta da Red Hat (quindi sì, Red Hat ha acquisito di fatto CentOS), e considerando la presenza già importante di Fedora, si è strutturata questa sequenza di rilasci nel mondo del cappello rosso:

  • Prima fase – Fedora: seguendo la classica logica Red Hat upstream first, questa distribuzione è sempre stata la prima a ricevere qualsiasi tipo di modifica o miglioria, ed è pensata quindi per chi vuole testare (o sviluppare) quanto poi verrà riversato in RHEL;
  • Seconda fase – Red Hat Enterprise Linux: al raggiungimento di uno stato soddisfacente si passa in downstream, quanto presente in Fedora da tempo veniva riversato in RHEL, andando ad aggiornare la distribuzione enterprise (e supportata) fatta da Red Hat
  • Terza fase – CentOS: infine, le modifiche presenti in RHEL venivano riportare in CentOS, che si piazzava come “ultimo step” ed assicurava una stabilità di funzionamento pari a quella di RHEL senza il supporto presente alle sue spalle.

Negli anni, a quanto pare, con l’uso estensivo di CentOS da parte di parecchi sviluppatori si è però delineata una necessità: continuare ad avere una distribuzione molto stabile, che avesse le migliorie che si sarebbero trovate nella successiva versione di RHEL (e quindi già passate al vaglio iniziale degli utenti/sviluppatori Fedora) prima che queste fossero riversate nella controparte Enterprise. Con questa idea è nata CentOS Stream.

Come chiarito, i motivi sono prevalentemente relativi allo sviluppo: testare le proprie modifiche su un ambiente identico a quello che sarà la prossima RHEL così da essere pronti all’uscita della nuova release di quest’ultima, ma senza il grosso gap che attualmente c’è tra la distribuzione supportata e Fedora.

This current model serves IT administrators and operations teams well, but developers need something more to address their specific challenges. They require earlier access to code, improved and more transparent collaboration with the broader partner community, and the ability to influence the direction of new RHEL versions. It is these opportunities that CentOS Stream is intended to address.

L’attuale modello è molto utile agli amministratori ed ai team, ma gli sviluppatori necessitano di qualcosa di più su cui indirizzare le loro specifiche sfide. Richiedono un accesso più rapido al codice, una collaborazione migliorata e più trasparente con una più ampia comunità di partner, e la possibilità di influenzare la direzione delle nuove versioni di RHEL. Sono queste opportunità che CentOS Stream cerca di risolvere.

Piazzandosi quindi tra Fedora e RHEL, CentOS Stream si pone come soluzione differente da CentOS (Red Hat parla di aggiornamenti disponibili più volte al giorno), al punto che attualmente viene assicurato il mantenimento di entrambe le distribuzioni.

È soprattutto l’aspetto della coesistenza ad incuriosire. Esistono altre ragioni oltre all’aspetto sviluppo che giustificano l’introduzione di CentOS Stream?

Per ragionare su questo punto è bene porsi una domanda: cos’è l’attuale CentOS per Red Hat? Fino a che punto l’azienda di Raleigh considera CentOS una risorsa invece di una minaccia che mina il proprio core-business, ovvero le subscription?

Allo stato attuale, seppur i repository siano differenti, possiamo tranquillamente considerare CentOS una RHEL senza subscription. Le differenze sono nelle tempistiche degli update che, logicamente, in CentOS arrivano generalmente (salvo casi di gravi bug di sicurezza) dopo.
Molti utenti partendo da questo chiaro presupposto si domandano: perché acquistare RHEL con il supporto quando, di fatto, la stessa Red Hat fornisce una distribuzione speculare in tutto e per tutto, gratuitamente?

Da qui la riflessione. Se CentOS Stream, a tendere, dovesse rimpiazzare CentOS – ipotesi tutt’altro che irrealistica visto che il team CentOS è numericamente lo stesso e quindi l’effort producibile rimarrà lo stesso – allora forse risolverebbe in un sol colpo due problemi per Red Hat. Il primo sarebbe l’esigenza degli sviluppatori, e questo pare più che logico, ed il secondo, più sottile, sarebbe rendere CentOS inadatta alla produzione, in quanto update di tipo orario mal si sposano con ambienti stabili.

Sia chiaro: tutte queste sono mere supposizioni. Fintanto che le due distribuzioni coesisteranno il problema non si porrà, ma questa CentOS Stream sembra esser qui per rimanere e, nei presupposti, mal si concilia con la filosofia alla base di CentOS.

Voi come la vedete? Dobbiamo preoccuparci?

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

8 risposte a “CentOS Stream: la nuova distro pre RHEL”

  1. Avatar gerlos

    In effetti non è del tutto chiaro, però potrebbe essere plausibile un flusso simile a questo: Fedora > Centos Stream > Centos > RHEL.

    Quindi un normale rilascio di Centos potrebbe essere usato come banco di prova per una successiva release di RHEL, sfruttando così il contributo della community di Centos per migliorare quello che poi andrà a finire in RHEL. Così Red Hat potrebbe “sfruttare” la community di Centos per migliorare RHEL. Ma ovviamente per ora sono solo ipotesi…

  2. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Avere RHEL in fondo alla catena come descrivi tu sarebbe un autogol clamoroso… Perché mai uno dovrebbe poi comprare una subscription se CentOS arriva prima? L’intento è agevolare gli sviluppatori per avere un substrato RHEL precedente alle uscite delle major release che consenta i test.
    CentOS Stream si colloca lì.
    Immaginati una situazione in cui si annuncia RHEL 9 e gli sviluppatori di, per dire, OpenStack non hanno nulla di sfruttabile in CI per testare le loro modifiche come funzionanti in RHEL… Come fanno? Ad oggi o usano Fedora (che cmq non è RHEL) o non usano nulla.
    Per quello credo la domanda principale sia e rimanga: che fine farà CentOS?

  3. Avatar gerlos

    Ma non è già così? Su CentOS e su RHEL, non trovo già lo stesso software? Ho sempre pensato che la differenza fosse il supporto: la garanzia che i pacchetti sono mantenuti per X mesi, la documentazione, l’assistenza tecnica qualificata e la garanzia che hardware e software certificati funzionino come previsto. Mi sbaglio?

    Forse c’è qualcosa che mi sfugge – se anche CentOS 9 venisse rilasciata 1 mese prima di RHEL 9, e se dovesse contenere le stesse cose, non continuano comunque ad esserci buone ragioni per preferire RHEL in produzione?

    Anzi, uno potrebbe usare CentOS 9 per testare il codice in vista di RHEL 9. E RHEL 9 si avvantaggerebbe dei feedback della comunità CentOS, che al momento ho l’impressione che sia meno “attiva” di quanto potrebbe essere. In più, potrebbe essere un’opportunità per integrare in RHEL roba presente nei repo specifici di CentOS, no?

  4. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    No. La discriminante principale tra CentOS e RHEL è principalmente sulle tempistiche (non nel codice che, come giustamente dici tu, è identico). Non può esistere in nessun caso una CentOS che esca prima di una RHEL, perché devi immaginarti il processo in questo modo: un tizio ha comprato una sottoscrizione RHEL e, presi i source RPM si ricompila tutto sostituendo la parola “Red Hat Enterprise Linux” con “CentOS”.
    CentOS è questo. Nota, anche se sembra, non è affatto illegale, perché il software di Red Hat è open-source, quindi è solo una questione di tempistiche. Dare il tempo allo sviluppatore di cui sopra di “convertire” i pacchetti RHEL in CentOS 🙂
    Quello che ci chiediamo nell’articolo è CentOS Stream che ruolo giocherà in tutto questo processo. Il problema da cui nasce il tutto è che ci vorrebbe una Red Hat Enterprise Stream, che però non sarebbe fruibile dalla community, e qui entra in gioco CentOS. Ma se l’effort speso per CentOS Stream sarà prodotto da coloro che oggi si occupano di CentOS, che considererà quest’ultima? Avrà ancora ragione di esistere?

  5. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Il supporto è una discriminante solo se lo compri. Se, come nella maggioranza dei casi, acquisti subscription di tipo self-support, di fatto la differenza con CentOS è rappresentata unicamente dalle tempistiche. Per tutto il resto sottoscrivo quanto hai scritto, ma il dubbio sugli effort rimane: se le persone dietro a CentOS Stream sono le stesse di CentOS allora il rischio che quest’ultima subisca ulteriori ritardi o addirittura sparisca lo vedo più che reale.

  6. Avatar Maddo

    Oggigiorno dove le scelte in campo tecnologia le fanno i manager e non gli IT il discorso self-support non esiste, tant’è che molti preferiscono ormai affidarsi a servizi cloud, gestiti da terzi, per fare tutto. Quanto a CentOS stream in realtà pesa poco e nulla per CentOS perché il più del lavoro verrà fatto da Red Hat (che la userà come base per RHEL) e i suoi partner (Microsoft, IBM [che adesso non è proprio un partner ma ci siam capiti], ecc…). CentOS normale è invece un progetto praticamente tirato avanti dalla community, che si occupa di fare rebrand, recompile e talvolta anche supportare architetture che RHEL non supporta ufficialmente, cercando di mantenere il 100% di compatibilità con RHEL, ma infrastruttura, QA e quant’altro di CentOS son completamente indipendenti da RH in sé.

  7. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Di primo acchito mi vien da dire che abbiamo esperienze nettamente diverse. Posso garantire come il self-support sia una prassi un po’ ovunque. Su chi farà il lavoro in CentOS Stream staremo a vedere all’atto pratico, chiaramente mi auguro sia come dici tu.

  8. Avatar Maddo

    Il discriminante tra RHEL e CentOS è il supporto, non la tempistica. Ci sono aziende che ancora girano con RHEL6 (il cui supporto terminerà l’anno prossimo a novembre), figurati se qualche mese di distanza tra RHEL e CentOS fanno chissà che differenza. Il vero problema che CentOS Stream va a risolvere è che gli sviluppatori da tempo chiedevano un ambiente di testing per RHEL (un vero e proprio banco di prova, come lo è OpenSUSE Tumbleweed per Leap [e di riflesso SLE]). Fedora, al contrario di quello che tutti pensano, è una distro comunitaria, non è direttamente sviluppata da red hat, e la sua direzione per quanto largamente influenzata da quest’ultima (e anche qui non direttamente, fedora semplicemente mantiene una politica di restare quanto più vicina all’upstream e red hat ha le mani in pasta un po’ ovunque nel mondo linux upstream), è ultimamente in mano al comitato a cui partecipano sì impiegati di Red Hat ma anche utenti. Però fedora deve dar conto agli utenti che hanno problemi di gran lunga diversi (diverso hardware per dirne una) e Red Hat, quando deve rilasciare la prossima RHEL, forka fedora e inizia ad aggiungere/rimuovere robe, rendendola di fatto diversa da Fedora. Fedora non è dunque adeguata ad essere un banco di prova per RHEL (dove i partner possono contribuire direttamente codice) e CentOS, come hai ben detto, arriva in ritardo perché recompile dei sorgenti di RHEL (anche qui, progetto comunitario sponsorizzato ufficialmente da Red Hat, a cui contribuisce anche fedora col suo EPEL [che sì, è un progetto comunitario di fedora]), quindi che si fa? Nasce CentOS Stream, una distro rolling da cui si andrà poi a fare il freeze per quella che in futuro diventerà la prossima versione/point release di RHEL. E quindi la serie diventa Fedora > CentOS Stream > RHEL > CentOS.

    @gerlos

    Fonte: https://fedoramagazine.org/fedora-and-centos-stream/ (inglese)

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