Alcuni – vecchi – utenti di Linux tutt’ora si emozionano a sentir parlare di ReiserFS. In effetti, quando è uscito ormai più di 20 anni fa, era un filesystem pionieristico.
Il suo sviluppo ha subito un colpo mortale con l’arresto del creatore, Hans Reiser, condannato per l’omicidio della moglie, ma è sopravvissuto grazie all’impegno di un altro sviluppatore, Edward Shishkin.
Non ripeteremo quanto abbiamo già scritto un paio d’anni fa per il rilascio della versione 5, ma ci limiteremo a prendere nota che il lavoro su questa versione procede. Shishkin, infatti, ogni tanto invia una sua mail alla ML del Kernel Linux.
Come successo questa domenica, in cui fornisce qualche benchmark sulla funzionalità più interessante di Reiser5: il parallel scaling out. In poche parole, il poter usare contemporaneamente più dischi come fossero un unico volume e poter migliorare linearmente le prestazioni globali. Se avete in mente qualcosa come LVM e RAID, sì, il campo è quello – tanto da essere le tecnologie direttamente concorrenti.
I numeri forniti sono molto interessanti, così come notare che il Kernel usato è il 5.16, l’ultimo stabile disponibile.
Non solo i numeri, ma anche le operazioni fatte sembrano coprire qualsiasi caso pratico, fornendo un riferimento che ha delle reali potenzialità nel mondo reale, al di fuori del laboratorio.
Il posto è una conferma che la direzione intrapresa è quella corretta, c’è del potenziale.
Ma solo pochi mesi fa scrivevamo che ReiserFS si avvia al dimenticatoio. E non per problemi tecnici, ma semplicemente perché lo usa una porzione molto piccola di utenti: altri filesystem, con funzioni analoghe (BTRFS e ZFS, per citarne due), sono disponibili e supportati da grandi aziende (Facebook e Ubuntu, per i due esempi).
Quindi, a meno di qualche clamorosa funzionalità che metta in vantaggio davvero ReiserFS rispetto alla concorrenza, e considerando che non fa parte nemmeno del Kernel (a differenza della prima versione rilasciata), temiamo sia tutto lavoro sprecato. Purtroppo.
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.
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