AlmaLinux ha tagliato la testa al toro sulla faccenda sorgenti: non sarà più un clone 1:1 di RHEL

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Fra le vittime della decisione da parte di Red Hat di sospendere la pubblicazione dei sorgenti RPM relativi a Red Hat Enterprise Linux AlmaLinux era quella che sin dall’inizio aveva preso tempo per capire e definire la propria strategia.

Se infatti tutti gli altri, in primis Rocky, ma anche Oracle e soprattutto SUSE con il suo fork, sono parsi subito avere le idee molto chiare, AlmaLinux non aveva ancora definito una chiara strategia, almeno fino al blog post che è stato pubblicato la settimana del 13 luglio.

La versione molto breve è questa, riassunta nelle parole di Benny Vasquez:

After much discussion, the AlmaLinux OS Foundation board today has decided to drop the aim to be 1:1 with RHEL. AlmaLinux OS will instead aim to be Application Binary Interface (ABI) compatible*.

Dopo parecchie discussioni il direttivo della AlmaLinux OS Foundation ha deciso di abbandonare l’idea di essere 1:1 con RHEL. AlmaLinux OS cercherà invece di essere compatibile con la Application Binary Interface (ABI)*

Quell’asterisco menzionato nell’annuncio indica che la compatibilità ABI significa lavorare per garantire che le applicazioni create per funzionare su RHEL (o cloni RHEL) possano funzionare senza problemi su AlmaLinux.

È chiaro quindi come l’adeguamento a questa aspettativa elimini la necessità del progetto di garantire che tutto ciò che viene pubblicato sia una copia esatta del codice sorgente di RHEL.

In poche parole AlmaLinux diventerà una distribuzione a sé stante, compatibile (e non più speculare) con RHEL.

In termini di operatività, per gli utenti insomma, non cambierà nulla: anzi, visto che il driver della pubblicazione di nuovi pacchetti non sarà più RHEL, patch ed altri contributi potranno esistere in AlmaLinux a prescindere da quanto accadrà dall’altra parte.

Chiaramente questa scelta comporterà parecchi cambiamenti all’interno del processo di sviluppo, tutti descritti nel post, il cui titolo contiene un’iniezione di fiducia per quanti pensavano AlmaLinux sarebbe andata in crisi: The Future of AlmaLinux is Bright, cosa che ci auguriamo tutti.

Quindi, mentre lato Red Hat/CentOS le controversie continuano a susseguirsi, l’ultima delle quali è un laconico e brevissimo post sul blog di CentOS intitolato “Open To All” (dal contenuto oggettivamente nullo), con quest’ultima notizia proveniente da AlmaLinux c’è la certezza che tutte le entità toccate dalla scelta di Red Hat si sono organizzate ed hanno assunto contromisure.

Certamente non è finita qui, poiché siamo tutti ansiosi di vedere in cosa si concretizzeranno i dieci milioni di dollari di investimenti che SUSE ha detto di voler fare nel fork. Più che verosimile che la scelta di AlmaLinux si basi anche su questa notizia.

Una cosa va certamente riconosciuta a Red Hat, dopo la scelta fatta: un senso di unità simile nel mondo open-source erano anni che non si avvertiva.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

2 risposte a “AlmaLinux ha tagliato la testa al toro sulla faccenda sorgenti: non sarà più un clone 1:1 di RHEL”

  1. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Ok. Almalinux depennata. Senza compatibilità assoluta, ne viene meno l’utilità. Meglio un piano B verso una qualsiasi altra distro supportata, che sia Debian, Ubuntu e Suse poco importa.

  2. Avatar Pietro Rewind
    Pietro Rewind

    dovrebbero chiude baracca e andare a lavorare per altri… tutte queste distro ormai sono troppo, non servono a niente, tanto alla fine i programmi che puoi far girare son sempre gli stessi, se la fatica la usassero per implementare cose nuove invece di fare cloni di cloni di cloni

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