Oracle e le “pacate” affermazioni sulle scelte di Red Hat, la mamma di “Unbreakable Linux” non si smentisce mai

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Mancava ancora un’azienda a pronunciarsi dopo l’annuncio da parte di Red Hat della sospensione della pubblicazione dei sorgenti RPM relativi a Red Hat Enterprise Linux in git.centos.org, e questa azienda era Oracle.

Complice forse il recente accordo sul cloud che aveva sembrato sancire la fine delle ostilità tra le due aziende, Oracle non si era ancora pronunciata e non aveva dato l’impressione di volerlo fare, fino a qualche giorno fa, quando sul blog aziendale è apparso l’articolo: Keep Linux Open and Free—We Can’t Afford Not To, a firma Edward Screven, Chief Corporate Architect e Wim Coekaerts, Head of Oracle Linux Development.

Dopo aver analizzato nel dettaglio le affermazioni dell’annuncio di Red Hat e dopo essersi domandati a che scopo fosse stata fatta la mossa di Red Hat, ecco arrivare la risposta: per eliminare i concorrenti, poiché meno concorrenti significano più guadagni (anche se in realtà l’affermazione è opinabile, come raccontavamo qui a proposito del fork RHEL di SUSE).

Pur concordando tutti sul fatto che non ci volesse un genio a tirare queste conclusioni, metterle nero su bianco, per di più in forma ufficiale, è certamente qualcosa di rilevante, così come la parte centrale dell’articolo, nella quale emerge la posizione effettiva di Oracle sul tema:

We want to emphasize to Linux developers, Linux customers, and Linux distributors that Oracle is committed to Linux freedom. Oracle makes the following promise: as long as Oracle distributes Linux, Oracle will make the binaries and source code for that distribution publicly and freely available. Furthermore, Oracle welcomes downstream distributions of every kind, community and commercial. We are happy to work with distributors to ease that process, work together on the content of Oracle Linux, and ensure Oracle software products are certified on your distribution.

Desideriamo sottolineare agli sviluppatori, clienti e distributori Linux che Oracle si impegna per la libertà di Linux. Oracle fa la seguente promessa: finché Oracle distribuirà Linux, Oracle renderà i binari e il codice sorgente per quella distribuzione pubblicamente e liberamente disponibili. Inoltre, Oracle accoglie distribuzioni downstream di ogni genere, community e commerciali. Siamo lieti di collaborare con i distributori per facilitare tale processo, lavorare insieme sul contenuto di Oracle Linux e garantire che i prodotti software Oracle siano certificati sulla tua distribuzione.

E, come a sottolineare che Oracle è e rimarrà Oracle, ecco prima una chiamata alle armi (“Se siete sviluppatori Linux e non vi piace IBM noi stiamo assumendo”) e poi una chiara indicazione agli ISV (Independent Software Vendors) attuali Red Hat/RHEL:

One observation for ISVs: IBM’s actions are not in your best interest. By killing CentOS as a RHEL alternative and attacking AlmaLinux and Rocky Linux, IBM is eliminating one way your customers save money and make a larger share of their wallet available to you. If you don’t yet support your product on Oracle Linux, we would be happy to show you how easy that is. Give your customers more choice.

Un’osservazione per gli ISV: le azioni di IBM non sono nel vostro interesse. Uccidendo CentOS come alternativa a RHEL e attaccando AlmaLinux e Rocky Linux, IBM sta eliminando un modo in cui i vostri clienti risparmiano denaro e vi mettono a disposizione una quota maggiore del loro portafoglio. Se non supportate ancora il vostro prodotto su Oracle Linux, saremmo felici di mostrarvi quanto sia facile. Offrite più scelta ai vostri clienti.

E se tutto questo vi sembra poco, aspettate di leggere la frase successiva, con cui l’articolo viene chiuso:

Finally, to IBM, here’s a big idea for you. You say that you don’t want to pay all those RHEL developers? Here’s how you can save money: just pull from us. Become a downstream distributor of Oracle Linux. We will happily take on the burden.

Infine, rivolgendoci ad IBM, ecco una grande idea per voi. Dite di non voler pagare tutti quegli sviluppatori RHEL? Ecco come potete risparmiare denaro: fate pull da noi. Diventate un distributore downstream di Oracle Linux. Ci assumeremo felicemente l’onere.

Sembra di essere tornati ai “bei tempi”, quando c’era Lui:

Il che mi porta peraltro a pensare come in realtà non è che mancasse solamente Oracle a pronunciarsi… Non più tardi di un paio di mesi fa infatti non parlavamo mica di quella nuova distribuzione… Come si chiamava? Ah sì, Azure Linux!

Vuoi vedere che…

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

3 risposte a “Oracle e le “pacate” affermazioni sulle scelte di Red Hat, la mamma di “Unbreakable Linux” non si smentisce mai”

  1. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    cara Oracle ma non potevi applicare gli stessi ragionamenti verso Java, OpenOffice e Solaris ????

  2. Avatar Raoul Scarazzini

    Credo che la dichiarazione di Oracle sia proprio l’archetipo dell’azienda che lo ha emesso, la quale, ad essere onesti, non si è mai posta a vessillo del mondo open-source ed ha sempre fatto la cosa che le conveniva a livello di business, spietatamente se vogliamo, ma con una certa coerenza.

  3. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    hahaha Oracle che si lamenta della chiusura di qualcosa… è proprio vero che il pudore è roba di altri tempi… è come se un alce dasse del cornuto ad un bue…

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