La battaglia dei pacchetti prosegue con unsnap, lo script bash per convertire un sistema Snap in Flatpak

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Torniamo a parlare di pacchettizzazione delle applicazioni e più precisamente della battaglia tra Snap, il formato promosso da Canonical in Ubuntu, e Flatpak, la sua alternativa usata ad esempio in Fedora. Lo facciamo per via di unsnap, un tool creato da un ex dipendente di Canonical, Alan Pope, per effettuare la conversione di un qualsiasi pacchetto Snap nella sua controparte Flatpak.

Breve riassunto delle puntate precedenti: al momento il panorama delle applicazioni è sostanzialmente spaccato in due fazioni, da una parte stiamo raccontando di come il 2024 potrebbe essere l’anno della prima Ubuntu desktop totalmente basata su applicazioni Snap, mentre tutti si ricordano la scelta fatta ormai nel 2020 da Linux Mint, derivata di Ubuntu, di non usare Snap in virtù di Flatpak, motivata principalmente dall’accusa di monopolio del marketplace delle applicazioni Snap da parte di Canonical.

In questo contesto ecco arrivare il tool sviluppato da Pope, indicato dall’autore come alpha e quindi poco adatto alla diffusione massiva, ma sostanzialmente “funzionante”.

Un test su strada del tool è stato fatto da linux-magazine.com, in un articolo che oltre a descrivere il progetto lo testa anche su una Ubuntu 22.04, e cerca anche di esplorare fino in fondo come la gestione Snap impatti sul sistema.

È particolarmente interessante, perché esplora anche cosa dovrebbe essere necessario fare per rimuovere la gestione Snap dal proprio sistema Ubuntu. Ora, si potrà certamente obiettare come la via più semplice per ottenere quel risultato sia banalmente quella di installare Linux Mint, che di fatto è Ubuntu con un desktop differente e Flatpak, ma in realtà la sequenza delle azioni manuali necessarie al raggiungimento dello scopo è molto istruttiva.

Infatti il tool unsnap altro non è che un grosso script bash che genera tutti gli script necessari alla conversione:

L’analisi di questi script illustra nella pratica come quello nei confronti di Snap, da parte di Canonical, sia un all-in, da cui sarà difficile tornare indietro.

E nessuno in Canonical pensa di farlo.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

10 risposte a “La battaglia dei pacchetti prosegue con unsnap, lo script bash per convertire un sistema Snap in Flatpak”

  1. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    da utente Ubuntu dal 2006 ho sempre evitato la roba made in canonical a partire da unity, mit e company. in pratica usavo ubuntu come una “debian sid stable closed-frendly”. prima usando ubuntu gnome remix, poi installando il pacchetto vanilla-gnome-desktop, andando poi a togliere snap.

    man mano è diventato sempre piu complicato.

    da quando debian ha semplificato l’integrazione dei driver non-free sono passato a debian sid stando un po accorto con gli update.

  2. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    in caso, si può sempre usare Mint o Kde Neon

  3. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    si ma a me piace gnome vanilla

  4. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    si, peccato solo che le release di debian sono un po troppo conservative e per un uso desktop sei quasi obbligato ad usare sid

  5. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Ed allora Debian va piú che bene

  6. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    mah… ti diro’… se l’hardware e’ supportato e ci sono i software / pacchetti che ti interessano e fanno quello che servono a te, anche se non e’ l’ultimissima versione, ma chi se ne importa. Alla fine bisogna sempre ricordarsi che un pc, un s.o. etc. e’ uno strumento che deve servire ad uno scopo. L’ultima “fancy feature” per i “tech enthusiast”, glieli lascerei a quelli che hanno tempo da perdere…. ed onestamente in questo, sono in sintonia con Debian… se non fosse per systemd 😀 😀 😀

  7. Avatar JaK
    JaK

    Non capisco una cosa: questi nuovi standard di pacchettizzazione doverebbero fornire un ambiente isolato alle applicazioni distribuite così. Praticamente “container per applicazioni desktop” e questa dovrebbe essere la principale differenza rispetto a normali pacchetti deb o rpm.

    Ora, sarò io un vecchio unixaro, ma davvero ne avevamo bisogno?

  8. Avatar Raoul Scarazzini

    La risposta è sì, ne avevamo bisogno, ma avrebbe dovuto essere gestita come i container, ossia con uno standard adottato da tutti. Mentre al momento c’è troppa frammentazione.
    Il motivo del bisogno è chiaramente per i maintainer, che sono facilitati nel non dover produrre versioni delle loro applicazioni per singola distribuzione.

  9. Avatar JaK
    JaK

    Perché (correggetemi se sbaglio) tutte le dipendenze sono incluse nel pacchetto fornito.

    Ma quindi questo porterà (idealmente) alla fine delle shared libraries e dei pacchetti? O troveranno usi in ambiti diversi?

  10. Avatar michele
    michele

    C’è anche la testing (ubuntu parte dalla testing per creare le sue versione), inoltre hai la possibilità di fare pinning per avere la versione di un software da un altro ramo (es sid o “peggio” unstable)

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