OpenELA, l’associazione creata da CIQ, SUSE e Oracle per la condivisione dei sorgenti RHEL compatibili

Nel nuovo capitolo della storia scatenata dalla decisione da parte di Red Hat di sospendere la pubblicazione dei sorgenti RPM relativi a Red Hat Enterprise Linux irrompe un nuovo protagonista: OpenELA, un’associazione composta da CIQ (l’azienda del fondatore di CentOS e Rocky Linux), Oracle (con il suo Unbreakable Linux) e SUSE, (che recentemente ha annunciato un proprio fork di RHEL).

Definizione della neo creata entità, si legge nell’annuncio di presentazione, è:

A collaborative trade association to encourage the development of distributions compatible with Red Hat Enterprise Linux (RHEL) by providing open and free Enterprise Linux (EL) source code.

Un’associazione commerciale collaborativa per incoraggiare lo sviluppo di distribuzioni compatibili con Red Hat Enterprise Linux (RHEL) fornendo codice sorgente Enterprise Linux (EL) aperto e gratuito.

Nella pratica questo si traduce nel fornire, a partire dalla fine dell’anno, i sorgenti downstream compatibili con RHEL, con un focus iniziale sulle versioni RHEL EL8, EL9 e, questo è particolarmente interessante, possibilmente anche per EL7. Dall’annuncio viene affermato con chiarezza come il progetto si impegnerà a garantire la disponibilità continua dei sorgenti OpenELA verso la community a tempo indeterminato.

Quindi il progetto, o meglio l’associazione, non produrrà una distribuzione, bensì si preoccuperà di mantenere un bacino di sorgenti comune a tutte le distribuzioni che vogliono essere RHEL compatibili. Questo significa anche come ciascuna delle entità coinvolte continuerà a produrre in autonomia la propria distribuzione.

All’interno della pagina www.OpenELA.org/join è contenuto l’invito che tutti i membri fondatori di OpenELA, per bocca dei propri responsabili, rivolgono alla community per salire a bordo del progetto.

Come ha preso Red Hat questa notizia? Lo racconta ZDNet, per bocca di Mike McGrath (Vice President of Red Hat Core Platforms):

In our view, ‘enterprise Linux’ isn’t an implementation standard; it goes beyond the bits to encompass the expertise, support, and engineering that backs an operating system. This is what makes Red Hat Enterprise Linux an enterprise-level Linux product. We’re proud to employ many of the talented minds driving innovation across not just Linux, but open source in general, advancing upstream projects and enterprise applications in tandem. We have always welcomed ongoing contributions to the broader Linux community, whether personally motivated or from companies like Oracle and SUSE, that actually move enterprise-level Linux forward rather than replacing one logo with another.

Dal nostro punto di vista, “enterprise Linux” non è uno standard di implementazione; va oltre i singoli bit per comprendere l’esperienza, il supporto e l’ingegneria che supportano un sistema operativo. Questo è ciò che rende Red Hat Enterprise Linux un prodotto Linux di livello enteprise. Siamo orgogliosi di impiegare molte delle menti di talento che guidano l’innovazione non solo su Linux, ma sull’open source in generale, portando avanti progetti upstream e applicazioni aziendali in tandem. Abbiamo sempre accolto con favore i contributi continui alla più ampia comunità Linux, siano essi motivati personalmente o da aziende come Oracle e SUSE, che effettivamente fanno avanzare Linux a livello enterprise anziché sostituire un logo con un altro.

Niente di nuovo sotto il sole quindi, se non il fatto che ormai gli sforzi congiunti fatti da quanti hanno subito la decisione di Red Hat si stanno materializzando in qualcosa che va ben oltre la presa dei sorgenti ed il cambio di logo a cui si riferisce McGrath.

È il naturale corso delle cose: fintanto che le verdure da mettere nella minestra arrivavano pronte senza sforzo (i sorgenti RHEL pubblicati direttamente da Red Hat), la gente cucinava senza farsi troppe domande. Ora che le verdure non ci sono più, chi ha fame si associa in modo da raggrupparle in autonomia perché, Red Hat lo sta imparando, queste crescono nello stesso campo.

Quanto saranno buone le varie minestre lo dirà ovviamente il mercato.

Esempi e metafore a parte, vedremo nel prossimo futuro quale sarà l’impatto di OpenELA, cercando di capire se anche altri, come AlmaLinux che risulta al momento esclusa da questi ragionamenti, inizieranno ad usare l’approccio promosso dall’associazione.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

4 risposte a “OpenELA, l’associazione creata da CIQ, SUSE e Oracle per la condivisione dei sorgenti RHEL compatibili”

  1. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Oracle ? mamma, mamma… meglio starne lontani 1000 chilometri allora….

  2. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Parafrasando il personaggio del mio avatar:
    “In una scala da uno a dieci, devi pensare a Oracle come a un undici”
    😀 😀 😀

  3. Avatar Raoul Scarazzini

    Lungi da me il voler difendere chi che sia, ma sinceramente non mi pare che Oracle sia da demonizzare più o meno di altre aziende che cercano profitto. Se misuriamo tutte le big company sulla bilancia dell’open-source, ho paura che non si salvi nessuno…

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    No vabbeh, questa è la risposta dell’anno! 😀 😀 😀

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