ChatGPT compie un anno e la tempesta in merito a OpenAI si è calmata, il CEO è di nuovo al suo posto

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Pensandoci, sembra ieri.

Si sta parlando di quando è stata introdotta la prima versione di ChatGPT, l’intelligenza artificiale che ha sconfinato il puro ambito informatico ed è finita sulle prime pagine di tutto il mondo, anche in quei canali dove l’AI veniva da sempre considerata materia di nicchia.

Ripensandoci ERA ieri.

30 Novembre 2022 per l’esattezza, un anno fa o poco più. Cosa è cambiato nel frattempo? Molto. Soprattutto nella percezione generale sul tema dell’intelligenza artificiale, basti dire che nel febbraio di questo 2023, quindi poco più di tre mesi dopo il suo rilascio, ChatGPT è risultato essere il progetto con la crescita di utenti più grossa della storia.

Il suo lancio ha innescato quella che potremmo definire “l’epoca delle AI”, dove tutti i grandi player del mondo IT hanno iniziato a promuovere la propria soluzione. Se volete avere un’idea di cosa è successo in quest’anno c’è un eccellente riassunto nella timeline creata da ArsTechnica, che riassume tutti i momenti salienti, tanto di ChatGPT quanto della concorrenza, avvenuti sino ad ora.

Quindi, se una frase fatta si può dire è che indietro non si torna. I LLM (Large Language Model) saranno, e determineranno, il futuro del modo in cui l’umanità lavora, e forse non solo quello.

La parte del leone in questa guerra evolutiva la svolgerà OpenAI, l’azienda produttrice di ChatGPT recentemente investita dalla tempesta innescata dal licenziamento del suo CEO e fondatore Sam Altman. Come raccontavamo la vicenda ha scosso l’azienda nelle sue fondamenta, tanto da portare a minacce di licenziamenti di massa e proposte di assunzione da parte di Microsoft ad Altman.

Ora che i venti si sono calmati è possibile raccontare l’epilogo della vicenda, riassumendolo con un “molto rumore per nulla”. Infatti Altman è stato reintegrato nel suo ruolo e non ci sono stati altri licenziamenti o altre dimissioni all’interno dell’azienda.

Era difficile pensare a un epilogo differente in quanto Microsoft, principale sponsor del progetto OpenAI, ha da subito preso le parti di Altman il quale infatti ha ringraziato oltre al proprio team, anche l’azienda di Redmond per la “vicinanza”. E ci mancherebbe. Difficile pensare che l’investimento miliardario di Microsoft su OpenAI potesse essere in qualche modo minato da un gioco di potere quale questa vicenda in fondo è stata.

In conclusione, mentre l’impatto reale dell’AI sul quotidiano si misura con i sondaggi come quello raccontato da DevClass che mostra come gli assistenti AI producano codice insicuro di cui gli sviluppatori si fidano troppo, una cosa è certa: l’azienda che fu di Bill Gates vuole avere il ruolo principale nel futuro dell’AI e la stabilità, nuovamente imposta, è certamente a favore del compimento di questo piano.

Se questo sia anche diabolico, ce ne accorgeremo molto presto.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

3 risposte a “ChatGPT compie un anno e la tempesta in merito a OpenAI si è calmata, il CEO è di nuovo al suo posto”

  1. Avatar amedeo lanza
    amedeo lanza

    Siamo tornati al mito del cervello elettronico. Uno dei risultati più eclatanti che riscontro è un sottile cambiamento nei blog tecnici copiaincolla: prima trovavo le stesse cose copiate, nella maggior parte dei casi compresi gli strafalcioni, ora le ritrovo con l’aggiunta di una farcitura di premesse ridondanti e dispersive. Se vai a cercare informazioni su un IDE trovi pagine che ti devono a tutti i costi spiegare a cosa serva un IDE per poi assemblare una serie di considerazioni e valutazioni che sembrano completamente slegate da ogni esperienza di uso degli stessi (*): informazioni utili ridotte ad un 10% nascosto tra i meandri di frasi fatte che sembrano prodotte solamente per avere quantità invece di qualità.
    Dopo vaporware e bloatware è giunta l’era del blablaware.

    (*) ultimamente mi è capitato di vedere un articolo dove venivano presentati diversi IDE: descrizioni quasi identiche che sembrano solamente la copia delle descrizioni autocelebrative dei produttori, non un minimo di confronti seri e nessuna considerazione su requisiti, prestazioni e facilità di configurazioni. Credo che chiunque abbia utilizzato sia Eclipse che gli IDE di JetBrain abbia bene in mente 1) che a parità di prestazioni Eclipse richiede una CPU di classe superiore ed una quantità di memoria maggiore 2) che configurare plugin e debugger in Eclipse è un delirio. Se non ne scrivi significa che non conosci l’argomento o ti interessa solo generare delle sequenze di caratteri da buttare in un post insulso.

  2. Avatar Raoul Scarazzini

    Beh posso garantire: piuttosto che vedere un articolo scritto da una AI di MMUL lo chiudo 🙂

  3. Avatar JaK
    JaK

    Guarda, questo termine “Blablablaware” me lo annoto, perché descrive perfettamente i sentimenti che provo nei confronti di questa tecnologia: uno spaventoso behemot di rumore bianco dato in mano a un esercito di incapaci.

    Su Reddit più di qualcuno ha chiesto “come faccio a fare un MMO con chatGPT se non so programmare?”

    E, riguardo alla tua nota, Amedeo: temo che la teoria del complotto che sostiene che internet non esista (ossia che tutti i contenuti sono, ormai, generati da software) si stia approssimando alla realtà.

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