
Con i tempi che corrono, quando si leggono notizie che presentano nel titolo le parole “cambio di licenza” associate ad un linguaggio storico come PHP il rischio che stia per succedere qualcosa di brutto per l’open-source è altissimo. Troppe volte infatti ci siamo trovati a raccontare di passaggi da licenze open-source a licenze closed o pseudo closed, se poi c’è il nome di un linguaggio importante e fondamentale come quello creato da Rasmus Lerdorf nel lontano 1995 (!), si rischia facilmente la frittata.
Fortunatamente, non è questo il caso.
È vero però che il team di sviluppo PHP ha proposto un cambiamento a suo modo storico per la versione 9.0: abbandonare la PHP License – utilizzata da venticinque anni a questa parte per il core del linguaggio – e la Zend Engine License – usata per la parte del codice sorgente di PHP che contiene il motore di esecuzione, chiamato appunto Zend Engine – a favore della più compatibile e riconosciuta BSD 3‑Clause License.
Il motivo principale di questa proposta è semplificare la gestione delle licenze, eliminando ambiguità e migliorando la compatibilità con altre licenze open-source, in particolare la GPL.
La licenza PHP originale, pur approvata da OSI, presenta clausole specifiche e non standard che hanno sempre reso difficile l’integrazione con progetti GPL. La BSD‑3‑Clause invece è approvata formalmente da OSI e FSF, è GPL‑compatibile, e già adottata da molti progetti open source.
La proposta, disponibile al link https://news-web.php.net/php.internals/127984, è attualmente in discussione, ma se approvata entrerà in vigore con PHP 9.0.
In questa tabella ci sono le principali differenze che giustificano (o giustificheranno, se verrà approvata) la scelta:
Caratteristica | PHP License (attuale) | BSD‑3‑Clause (proposta) |
---|---|---|
Approvazione OSI/FSF | Solo storica / implicita | Formalmente riconosciuta da entrambi |
Compatibilità GPL | Problematiche, clausole ambigue | Completamente compatibile |
Restrizioni | Proprietarie, clausole specifiche a PHP | Minime: menzione copyright e disclaimer |
Complessità | Maggiore, su misura | Molto semplice e standard |
Permissività | Relativamente limitata | Alta permissività |
Distribuzione proprietaria | Implicite restrizioni | Consente uso anche in progetti chiusi |
Quindi diciamo che non c’è nulla di preoccupante, anzi, se vogliamo questo cambio rappresenta un’inversione di tendenza rispetto a quanto visto di recente nel mondo open-source, con Elasticsearch, MongoDB, HashiCorp ed infine anche Redis modificare la propria licenza da open a closed.
In un periodo in cui sempre più progetti si allontanano dai principi open source in favore di modelli più restrittivi, anche se fortunatamente Elastic è già tornata sui suoi passi e forse altri lo faranno, la proposta di PHP rappresenta una ventata d’aria fresca e un ritorno alla semplicità e alla compatibilità che hanno reso grande il software libero.
Lunga vita a PHP ed alla sua natura open-source.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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