RedHat presenta RHEL 7.5 con funzionalità avanzate per gestire i server

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Red Hat ne ha fatta di strada in 25 anni e continua ad investire nel mercato Linux Server e nel cloud rilasciando questa settimana la versione 7.5 di Red Hat Enterprise Linux.

Leggendo la press release è abbastanza chiaro come Red Hat stia puntando all’hybrid cloud e di come tenga in considerazione l’integrazione con le piattaforme Microsoft:

Red Hat Enterprise Linux 7.5 provides enhanced security and compliance controls, tools to reduce storage costs, and improved usability, as well as further integration with Microsoft Windows infrastructure both on-premise and in Microsoft Azure.

Red Hat Enterprise Linux 7.5 offre controlli avanzati per la sicurezza e la conformità delle specifiche, strumenti per ridurre i costi di storage e una migliore usabilità, oltre a un’ulteriore integrazione con l’infrastruttura Microsoft Windows sia in locale sia in Microsoft Azure.

Migliorata ulteriormente Cockpit, l’interfaccia web che semplifica moltissimo il lavoro di amministrazione a chi proviene da un ambiente di lavoro diverso da Linux, che fornisce ad esempio:

  • Supporto per la gestione delle VM su un host;
  • Aggiornamenti software semplificati;
  • VDO (Virtual Data Optimizer) per gli storage;
  • Supporto NFS semplificato;
  • NBDE (Network Bound Disk Encrypted), tool dedicato all’encryption dei volumi di root, ora può eseguire operazioni di decrittazione in automatico.

Le novità riguardanti ai container:

  • Red Hat Ansible Automation ora integra OpenSCAP, tool che si occupa del controllo di conformità dell’infrastruttura, secondo una serie di specifiche per la gestione della sicurezza. Questo permette di creare dei Playbook per Ansible direttamente da scansioni di OpenSCAP;
  • Buildah, un nuovo tool daemon-less per creare e modificare immagini OCI/Docker.

Ed infine, per il filone Microsoft ❤ Linux (e Linux pare ricambiare, Red Hat di certo):

  • Supporto DFS (Distibuted File System) per SMBv2 e v3;
  • IdM (Identity Management) è più efficiente quando molti client devono recuperare informazioni riguardante un utente da Active Directory;
  • Iterazione con Windows Server migliorata e trasferimenti sicuri verso Azure.

Una cosa che non pare emergere in questa release è qualche componente di CoreOS, acquisita un paio di mesi fa. Altro grande assente è Python 2 che Red Hat ha deciso di deprecare (ma di continuare a supportare fino all’EOL) in tutte le minor dalla 7 alla 7.5 e conferma che non sarà più presente dalla prossima major release.

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

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