Il futuro di Windows e Linux secondo Eric Raymond

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Vi starete chiedendo: cosa c’entra Eric Raymond, l’inventore di fetchmail, ncurses, collaboratore nella scrittura di buona parte di Emacs nonchè autore di “La cattedrale ed il bazaar“, con Windows?

In un articolo scritto sul suo blog parte da quelli che secondo lui sono i miglioramenti di maggior rilievo negli sviluppi del famoso OS di Microsoft: WSL, il Windows Subsystem for Linux ed il recente annuncio del porting di Edge su Linux.

A detta del buon Eric, tutto è cominciato dieci anni fa, con il lancio dei servizi cloud di Microsoft nel 2010. Da allora, Azure è il servizio che realizza le maggiori entrate a Microsoft, e la loro vecchia “macchina da soldi”, Windows appunto, è poco più che un contorno legato alle vendite dei PC desktop (l’unico mercato in cui ancora domina).

Questo primo fattore renderà sempre minori gli investimenti dell’azienda di Redmond sullo sviluppo del loro sistema operativo e, aspetto più rilevante visto il continuo calo delle vendite di computer, diventerà a tendere un rallentamento per il business.

Poi c’è Proton, l’emulatore di Valve per usare i giochi Windows su Linux. Per quanto il progetto non sia ancora perfetto, ci si sta avvicinando e potrà diventare un’alternativa reale all’utilizzo di Microsoft Windows per giocare su PC.

In conclusione, dove porterà tutto questo? Beh, Raymond ha le idee chiare a riguardo:

Microsoft Windows becomes a Proton-like emulation layer over a Linux kernel, with the layer getting thinner over time as more of the support lands in the mainline kernel sources

Microsoft Windows diventerà uno strato di emulazione come Proton, sopra ad un kernel Linux, diventando sempre più sottile nel tempo man mano che il supporto [applicativo, l’insieme di syscall necessarie a far funzionare un software, ndt.] finirà nei sorgenti del kernel.

L’evidenza maggiore di questo, secondo lui, è proprio il recente porting di Edge su Linux, che potrà quindi essere eseguito nativamente. Citando letteralmente “c’è solo un motivo per cui questo ha senso, ed è che sia un banco di prova per liberare il resto delle utility di Windows dal dipendere da uno strato di emulazione”.

Quindi gli step saranno questi: Windows sarà prevalentemente un kernel Linux, con un emulatore per le vecchie applicazioni per il sistema Microsoft. L’emulatore sarà li per i giochi e per vecchi software di terze parti. A seguire, la pressione economica sarà su Microsoft per eliminare lo strato di emulazione, in parte per ridurre la complessità nell’erogazione di Azure ed in parte perché sarebbe un centro di costo a parte, così che le successive versioni porteranno sempre ad una maggiore convergenza tra la bandierina colorata ed il pinguino.

E questo porterà inevitabilmente all’end-of-life di questo “emulatore Windows” e, di conseguenza, i software di terze parti smetteranno di distribuire binari per il sistema di Microsoft in favore di binari ELF eseguibili direttamente con Linux. Infine Linux vincerà la guerra del desktop.

Personalmente trovo le previsioni di Raymond un tantino utopistiche, ma il discorso ha sicuramente un suo senso logico e, chissà che dopo le recenti patch di Hyper-V rilasciate da Microsoft, questo non sarà il futuro che ci aspetta?

E voi, siete pronti?

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

8 risposte a “Il futuro di Windows e Linux secondo Eric Raymond”

  1. Avatar xan
    xan

    madonna, ma solo io ho avuto un orgasmo nel leggere questo articolo ? devo andare a farmi controllare?

  2. Avatar PaperJack
    PaperJack

    Beh, sono solo speculazioni al momento.

    Purtroppo anche io penso che le “previsioni” di questo Eric Raymond siano utopistiche.
    Datemi del paranoico, ma sono ancora della linea di pensiero che ritiene Microsoft nel suo ennesimo EEE (“abbraccia, estendi ed estingui”).

  3. Avatar xan
    xan

    si si ma è stato bellissimo leggerlo

  4. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Non è questione di paranoia, @PaperJack315:disqus è chiaro che la storia insegna. Ma quello descritto appare il “logico” naturale corso delle cose, non credo ci sarà mai un “estingui”, semplicemente tutto si uniformerà. Se una cosa andrà estinta saranno i software proprietari, che verranno rimpiazzati (ed in realtà già lo sono) dai servizi.
    Vedere ancora Microsoft come il male assoluto è anacronistico. Lo si voglia o meno, ormai la casa di Redmond è una delle principali aziende (se non LA principale) del mondo Linux e open-source.

  5. Avatar Massimiliano
    Massimiliano

    Certo, e se portassero questo “emulatore Windows” come runtime Flatpak sarebbe davvero il massimo… Cmq non scrolliamoci di dosso troppo presto le “antipatie” verso gli amici di Redmond per il fatto che oggi fanno i conti in modo diverso. Molte cose le possono fare anche (e forse soprattutto) ai miliardi guadagnati negli anni 90 e oltre, annichilendo la concorrenza non sempre in modo corretto. Soldi che altri non hanno preso, futuro che altri non hanno avuto.

  6. Avatar Mauro Miatello
    Mauro Miatello

    io ci andrei cauto, anzi WSL parrebbe andare esattamente in verso contrario, ovvero Windows sotto e tutto il software Linux emulato sopra. tanto più che il lavoro da fare mi sembra minore in questo caso piuttosto che nel senso opposto sognato da Raymond (mi riferisco a driver, permessi, integrazioni, e via discorrendo)

  7. Avatar Marco Bonfiglio
    Marco Bonfiglio

    A essere onesti lì c’è un poco di confusione: WSL è uno strato di emulazione come dici, ma già WSL2 è una macchina virtuale sotto Hyper-V, che è tecnicamente molto diverso, che comprende un Kernel Linux completo fatto apposta, e hypervisor modificato apposta per interagire con questo Kernel.
    Come citato, sono già state inviate delle patch per usare Linux come partizione “Root” – ovvero macchina virtuale principale che fornisce servizi a tutte le altre. Quindi, a partire dall’hypervisor Windows sarebbe saltato completamente. Con queste premesse, pensare ad un host completamente Linux che faccia girare Hyper-V per macchine virtuali Linux non mi pare follia… E in un contesto del genere, mi sembra perfino plausibile un Microsoft LSW (Linux Subsystem for Windows).

  8. Avatar amedeo lanza
    amedeo lanza

    Ricordo che parecchi anni addietro lessi dei concetti utopistici sullo sviluppo del software (non mi stupirei che fosse lo stesso Raymond) che prevedevano la capacità del software di verificare la disponibilità di aggiornamenti e, quindi, di autoaggiornarsi.
    La storia ci dice che non erano poi proprio idee campate in aria e ed anche l’analisi descritta nell’articolo mi sembra decisamente plausibile.

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