Negli scorsi mesi, Apple ha lanciato una nuova serie di MacBook basata sul suo nuovo processore ARM, l’Apple Silicon M1, ed un po’ a sorpresa, lo stesso Torvalds si è detto molto interessato ad averne uno.
Certo, se potesse farci girare Linux però.
Ad inizio dicembre 2020, Hector Martin (detto “marcan“) già noto per aver effettuato il porting di Linux su PS4/PS3 ed aver contribuito al progetto “Wii Homebrew”, ha aperto un account Patreon per finanziare il porting di Linux su Apple Silicon.
A distanza di un mese abbiamo un nome: Asahi Linux.
Curiosità molto carina sul nome scelto: asahi ringo (旭りんご) è una varietà di mela conosciuta in occidente come “McIntosh“, la stessa che all’epoca fu scelta per dare il nome a quel Machintosh.
Asahi Linux al momento è ancora in fase di sviluppo e per il momento è disponibile “solo” il repository su GitHub al quale chiunque potrà contribuire. Il codice avrà doppia licenza: una upstream (es. GPL) ed una permissive (es. MIT) per assicurarsi che il lavoro possa essere riutilizzato per altri OS, dove possibile.
Se tutto andrà secondo i piani, la versione finale rilasciata agli utenti sarà un remix della versione ARM di Arch Linux. Ci si aspetta inoltre che, se il porting dovesse avere successo, questo possa essere usato come apripista per altre distribuzioni.
Qualcuno ha (giustamente) sollevato la questione “legalità” chiedendo se, come accade per i dispositivi iOS, sia necessario effettuare un jailbreak e la risposta è no! Apple Silicon consente l’avvio di Kernel non firmati e/o custom dunque di fatto Apple non sta impedendo nulla a nessuno.
Se da un lato non sta impedendo l’installazione di altri OS, dall’altro di certo non sta rendendo facile il come farli girare… e difficilmente darà una mano con gli sviluppi.
Apple Silicon è un progetto totalmente non documentato e l’unica strada percorribile è il reverse enegineering.
Al momento il team di Asahi Linux sta lavorando su un Mac Mini per poi passare al supporto di altri modelli, magari anche alle future generazioni, tempo e denaro permettendo.
Visto che “l’anno di Linux su desktop” pare non arriverà tanto presto, magari possiamo sperare in una cosa del genere:
Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.
Lascia un commento