All’interno di una lettera aperta pubblicata nella mailing list del progetto open-source openSUSE, apparsa pochi giorni fa, è stato evidenziato un problema molto particolare su cui il progetto dovrà prendere nel breve importanti decisioni: SUSE ha chiesto di eliminare il proprio nome da quello della distribuzione.
Questa la parte clou del messaggio dal titolo “Open Letter to the openSUSE Board, Project and Community (Final)”:
Whether we like it or not, we have to rebrand the Project. We can start working on it now and be proactive, or later be forced by f.e. some new owner of SUSE ( mind, SUSE has expressed their concern about such a thing happening and clearly stated that they do not want to get rid of the Project. ). To drive this we need something else than the Board as it is now. But keeping things as they are simply is an unrealistic option.
Piaccia o no, dobbiamo rinominare il progetto. Possiamo iniziare a lavorarci adesso ed essere proattivi, o in seguito essere costretti ad esempio da qualche nuovo proprietario di SUSE (attenzione, SUSE ha espresso la propria preoccupazione per una cosa del genere e ha affermato chiaramente che non vuole sbarazzarsi del progetto). Per portare avanti tutto questo abbiamo bisogno di qualcosa di diverso dal Board così com’è adesso. Ma mantenere le cose semplicemente così come sono è un’opzione irrealistica.
Quindi nella sostanza (e nei vari messaggi successivi del thread appare con ancora più chiarezza) pur non volendo rinunciare al progetto, SUSE ha chiesto che openSUSE cambi nome.
Ad onor del vero il problema del nome è solo uno dei tre evidenziati nella lettera aperta, gli altri riguardano i difetti di governance e la necessità di nuovi contributori, ma è chiaro come a balzare all’occhio sia la questione del come si dovrà chiamare il progetto.
Per tutti è sempre stato logico pensare che openSUSE fosse una creatura di SUSE, peraltro utilizzata come base del proprio codice, ma la richiesta fatta pervenire dall’azienda tedesca al progetto mescola un poco le carte.
Quali sono i motivi di questa richiesta? Difficile capirlo dal thread, in quanto alcuni dei messaggi sono molto criptici e si riferiscono a fantomatici “fonti” interne all’azienda da cui la discussione è stata innescata, ma si possono fare alcune ipotesi:
- SUSE ha rilevato una particolare inconsistenza del progetto openSUSE, ed in effetti la frammentazione della proposta è stata evidente anche a noi quando abbiamo parlato di Slowroll, che rallentava rispetto a Tumbleweed, la quale a sua volta era più veloce di Leap.
- SUSE vuole che openSUSE si adegui in maniera consistente a SLES poiché in sostanza ci mette i soldi e vuole vedere risultati diversi dagli attuali, ipotesi chiaramente correlata al punto 1.
- SUSE vuole evitare dispersione nella proposta e confusione nei confronti dei potenziali clienti, per i quali le due distribuzioni potrebbero essere la stessa cosa.
Insomma, qualsiasi sia delle ipotesi (e potrebbero essere tutte allo stesso tempo), SUSE non vuole più “metterci la faccia”.
Per giunta la cosa riguarda da vicino, ovviamente, anche il logo che, come ricorderete, è stato recentemente aggiornato, poiché è verosimile pensare come il camaleonte, distintivo logo da sempre di SUSE, non sarà “più consentito”.
All’interno del messaggio esiste già una proposta di potenziale soluzione, che consiste semplicemente nell’eliminare il nome openSUSE dalle varie distribuzioni prodotte: “openSUSE Tumbleweed” diventerebbe “Tumbleweed”, così come “openSUSE Leap” diventerebbe “Leap”, e così via.
E qui finisce la notizia, almeno per quel che si sa ad oggi. Quali saranno le reazioni delle community esterne a quella del progetto openSUSE è tutto da scoprire. Verrà visto anche questo come “un tradimento” nei confronti dell’approccio open-source? SUSE verrà accusata di predicare bene (quando c’è da criticare le scelte di Red Hat in merito a CentOS e quando Foss Force ne elogia l’approccio in contrapposizione all’azienda dal cappello rosso) e razzolare male (quando bisogna fare cassa)?
Troppo presto per dirlo, ma siamo sicuri che torneremo sull’argomento a breve.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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