Il Linux che verrà: come sarà il 2019 del pinguino?

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Il 2019 sarà l’anno di Linux sui desktop!

No, va bene, non iniziamo così perché appare decisamente ridicolo. È però possibile fare previsioni per il 2019, cercando di capire quale sarà il futuro per Linux nell’anno che verrà?

I ragazzi di OMGUbuntu ci hanno provato, immaginando cinque diversi scenari per la maggioranza incentrati sulla distribuzione di Canonical:

  1. Il revival di Ubuntu continuerà: dopo il passaggio da Unity a GNOME Shell in Ubuntu 18.04, lungamente discusso negli scorsi mesi, la distribuzione continuerà ad evolversi verso una migliore usabilità.
  2. La messa in vendita (o IPO, initial public offering) di Canonical non ci sarà (ancora): nonostante il 2018 abbia annoverato tra i propri eventi la più grande vendita della storia per una compagnia software (Red Hat acquisita da IBM) i tempi paiono ancora immaturi per far si che la stessa cosa accada per Canonical. Diversi ordini di grandezza, diverse tempistiche, diversa storia.
  3. Il Kernel Linux raggiungerà la versione 5.0: come sappiamo la numerazione delle release del kernel Linux è totalmente arbitraria, ma potrebbe tranquillamente essere che i tempi siano maturi affinché il passaggio da 4 a 5 possa avvenire. Chi lo deciderà? Ovvio, il dittatore benevolo Linus Torvalds, sempre più reo dei peccati passati e morbido nei nuovi atteggiamenti.
  4. Linux funzionerà su nuovi hardware: non solo Raspberry, Purism e via dicendo, saranno diversi altri gli hardware che funzioneranno mediante il pinguino. Quali? DeX? Qualcosa di inedito?
  5. Nuovi miglioramenti alla GNOME Shell, forte infatti dell’adozione in Ubuntu come desktop environment ufficiale l’ambiente grafico subirà netti miglioramenti di cui beneficeranno tutti gli utenti.

Ok, dei cinque punti esposti tre sono direttamente correlati ad Ubuntu, ma del resto la fonte era tutt’altro che insospettabile. Rimane il fatto che le previsioni paiono realistiche, anche se non vengono considerati gli altri ambiti su cui il mondo Linux si sta muovendo: Container, OpenStack ed in generale tutto il mondo cloud all’interno del quale tutti i grossi player, a partire da Microsoft, stanno compiendo azioni rilevanti che avranno certamente impatto su tutto il software libero.

Il 2019 sarà anche l’anno di Red Hat Enterprise 8 (già disponibile in Beta da novembre), che introdurrà Podman e Buildah, le due tecnologie che permetteranno di utilizzare container senza l’ausilio di un demone e, soprattutto, accantoneranno docker.

Insomma, tantissima carne al fuoco, che sarà entusiasmante seguire con il consueto spirito aperto alla novità, all’evoluzione, al futuro.

La parola a voi adesso: dove pensate che Linux si muoverà nel 2019?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

Una risposta a “Il Linux che verrà: come sarà il 2019 del pinguino?”

  1. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Personalmente credo che i punti 1 e 5 siano speranze di OMG non previsioni basate su solite radici… Ubuntu è morto e sepolto perché finito il desktop e in particolare finito l’unico desktop che lo distingueva da ogni altra distro Ubuntu desktop non ha più nessuna peculiarità che non sia l’inerzia.

    Gnome Shell visto il suo upstream per “migliorie” che possa introdurre introdurrà altrettanti o maggiori trovate peggiorative…

    Su Purism sinceramente avrai sperato un focus sul desktop/laptop libero da fw sempre più invasivi, cosa che *forse* possono riuscire a fare, il mobile IMO è una terra tempestosa che si può colonizzare solo dopo aver messo solide radici in casa propria, radici che visto il trend sia hw che sw stiamo perdendo sempre più. Temo che il loro focus sul mobile sarà la loro fine come tanti altri prima di loro.

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