Quando le nuove politiche sui sorgenti di Red Hat impediscono di lavorare a… CentOS!

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Per quanti si fossero persi le puntate precedenti: Red Hat ha recentemente modificato la propria politica sui sorgenti, limitandone l’accesso unicamente all’interno del contesto CentOS Stream, e togliendoli di fatto dall’accesso pubblico, come erano sempre stati.

A quanto accadeva lo scorso giugno seguivano ovviamente numerose scelte, discussioni e polemiche, da parte di tutti gli attori coinvolti, che all’interno del blog abbiamo più che ampiamente coperto, per arrivare infine a raccontare di OpenELA, l’associazione creata da CIQ, SUSE e Oracle per la condivisione dei sorgenti RHEL compatibili.

Da allora le acque si sono calmate, o quantomeno, come avevamo ampiamente previsto lo tsunami si è ritirato lasciando sì qualche strascico, ma al contempo confermando la posizione di predominanza di Red Hat nei confronti del mondo open-source. Red Hat sembra infatti non aver minimamente risentito in termini di visibilità e vendite della scelta, anche se ad onor del vero, eventuali conti sui numeri si faranno nel lungo termine.

Veniamo così alla notizia di oggi, che rientra nella categoria di quelle “divertenti”, o forse tragicomiche. Nel blog post relativo alle notizie di gennaio 2024 del progetto CentOS – che continua all’apparenza ad essere totalmente indipendente – in un paragrafo intitolato “Kmod SIG” è apparso questo testo:

Due to changes in the way Red Hat releases Red Hat Enterprise Linux source code, the Kmods SIG is currently unable to produce packages for Red Hat Enterprise Linux for legal reasons. We are working with Red Hat to resolve this situation and hope to be able to provide packages for Enterprise Linux again as soon as possible.

A causa delle modifiche nel modo in cui Red Hat rilascia il codice sorgente di Red Hat Enterprise Linux, attualmente il gruppo Kmods SIG non è in grado di produrre pacchetti per Red Hat Enterprise Linux per motivi legali. Stiamo collaborando con Red Hat per risolvere questa situazione e speriamo di poter fornire nuovamente pacchetti per Enterprise Linux il prima possibile.

Se state storcendo il naso pensando “Ma come è possibile se CentOS è Red Hat?” sappiate di non essere gli unici.

Il SIG (Special Interest Group) Kmods nel contesto del progetto CentOS si occupa di fornire e mantenere i moduli del kernel aggiuntivi (kmods, appunto) per il supporto di driver specifici o funzionalità non presenti nel kernel principale.

Al momento questo lavoro risulta limitato dal fatto che l’accesso ai sorgenti del Kernel, quantomeno per gli sviluppatori dei SIG, risulta difficoltoso. Quindi nella sostanza il lavoro che dovrebbe servire per portare le funzionalità di questi driver in Red Hat Enterprise Linux è limitato dalle politiche dei sorgenti di… Red Hat Enterprise Linux.

La situazione è talmente grottesca che, racconta Phoronix, altri SIG come quello di Hyperscale ha deciso di basare le proprie build del Kernel Linux su… Fedora!

Quindi oltre ad aver raggiunto l’obiettivo principale, ossia quello di rendere difficile la vita dei cloni di RHEL, Red Hat può fregiarsi anche di un altro risultato: l’essersi messa in difficoltà da sola.

Benvenuti nella democrazia del disagio.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

6 risposte a “Quando le nuove politiche sui sorgenti di Red Hat impediscono di lavorare a… CentOS!”

  1. Avatar michele
    michele

    speriamo che Red Hat non “compri” Fedora dicendo che non cambierà nulla ……..

  2. Avatar BlackCodec

    preferivo disqus
    Quando lo dissi mi presero per matto ma come avevo detto una politica così stringente sarebbe stato un danno per loro… Non solo il repo el di Fedora ha necessità di accedere ad alcuni sorgenti per alcuni pacchetti staremo a vedere cosa accadrà anche qui… Faranno un’altra eccezione?
    Comunque anche le derivate hanno avuto problemi di backport di alcune patch a quanto pare RHEL nel bene e nel male ha ottenuto il suo risultato, sinceramente avrei preferito una presa di posizione maggiore da parte delle derivate che invece così quasi gli danno ragione… Un distacco quasi totale da rhel a mio parere non avrebbe giovato a rhel stessa. È vero che nel mondo ee la fa quasi da padrone ma le alternative ci sono, ad oggi tutti i software supportano anche ubruttu quindi rimanere ancorati a rhel e al reverse per tenersi allineati la trovo una soluzione ridicola, vedremo.

  3. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Francamente non mi aspettavo nulla di diverso… Chi ha qualcosa basato su Centos, doveva prepararsi a migrare a qualcosa di diverso. Alla lunga, temo, anche Alma e Rocky, secondo me, avranno problemi.
    A questo punto meglio migrare a Suse, Debian o Ubuntu… meglio Debian 😀

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    È vero che una rondine non fa primavera, ma anche questo non è un bel segnale, e va chiaramente ad accodarsi alla lunga fila di vicende simili (penso alla sospensione di rhsa-announce https://www.miamammausalinux.org/2023/10/loffensiva-ai-cloni-rhel-prosegue-red-hat-chiude-la-mailing-list-pubblica-rhsa-announce-per-le-security-advisory/ ) che abbiamo raccontato nell’ultimo semestre.
    Dubito in ogni caso che una notizia come questa avrà in qualche modo ripercussioni sull’immagine di Red Hat.

  5. Avatar Raoul Scarazzini

    A proposito di Disqus ora DOVREBBE essere ripristinato.

  6. Avatar Simone
    Simone

    Già gli appartiene di fatto, non devono comprare nulla

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